Nel giorno del grande crollo delle borse, quando l’economia di carta si mostrava in tutta la sua leggerezza, la seconda notizia data dai telegiornali e radiogiornali nazionali era un aggiornamento sullo stato di salute di Eluana Englaro. Il caso interessa molto gli italiani sia per sensibilità verso il dramma personale sia per la necessità di chiarire il tema dell’eutanasia. Obiettivo della serata è riflettere sul tema dell’eutanasia e secondo una triplice prospettiva: l’esperienza della Casa dei Risvegli Luca De Nigris, l’interpretazione giuridica del professor Luciano Eusebi, la prassi ospedaliera su cui potrà riferire il professor Marco Zanello.
La Casa dei Risvegli Luca De Nigris,centro pubblico di riabilitazione e ricerca,  nasce dal felice incontro tra l’Azienda Usl di Bologna e l’associazione Gli amici di Luca, con l’obiettivo di “realizzare un percorso con un’offerta assistenziale specifica” e al contempo “assicurare un adeguato livello di osservazione, cura e riabilitazione del paziente ma anche di aiuto alle famiglie nella fase riabilitativa” il tutto garantendo un “setting con un’ecologia sociale non tradizionalmente ospedaliera per permanenze prolungate”.
Se è vero che “anche quella degli stati vegetativi è vita, è vita anche quella delle famiglie che sperano in un risveglio come di quelle che sanno che, dal punto di vista scientifico, razionale, un risveglio è difficilmente possibile. Non possiamo dare noi a queste vite un’etichetta di serie A o di serie B” (Fulvio de Nigris) tuttavia questo ragionamento è oggetto di continue e sofferte sentenze dei tribunali che obbligano a declinare la riflessione anche in termini giuridici. E’ il caso di alcuni orientamenti desumibili dalle recenti sentenze adottate in sede civile dalla Corte di Cassazione e dalla Corte d’Appello di Milano in merito al caso di Eluana Englaro; in base a essi una volta che sia riferibile per via indiziaria a un soggetto ritenuto irreversibilmente incosciente il desiderio di non vivere tale situazione di grave precarietà esistenziale, l’omissione dell’ulteriore somministrazione di idratazione e alimentazione, che provoca la morte del soggetto, sarebbe qualificabile come conforme al diritto. Ma come rilevato dal professore Eusebi, in una riflessione condivisa con altri cinque colleghi e pubblicata sul quotidiano il Foglio: “mutamenti di orientamento giuridico così importanti circa la tutela della vita umana non possono avvenire senza un’attenta considerazione dell’intero assetto normativo vigente e in mancanza di un intervento del legislatore. Anche in considerazione dei rischi, diretti e indiretti, che tali mutamenti possono rappresentare in rapporto alla tutela dei diritti fondamentali del principio di uguaglianza, di tutti gli individui umani, sulla base esclusiva della loro esistenza in vita”. Data la complessità del tema obiettivo della serata non è quello di dare risposte ma avviare una riflessione secondo uno stile interdisciplinare e trasversale proprio del mondo universitario.(D.C.)

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