Sono solito svegliarmi ascoltando il Gr1 della Rai delle 7. Ovviamente dedicato questa mattina in apertura alla strage nella scuola gestita dall\’Onu a Jabaliya (zona nord della striscia di Gaza). Della notizia, con i servizi da Gerusalemme, è stata data una sola versione, quella che accusa Israele di aver fatto fuoco in maniera deliberata sui 350 ospiti dell\’edificio. Eppure, da ieri, le principali agenzie di stampa, tra le quali l\’Ansa (basta consultare il sito www.ansa.it), hanno dato un\’altra versione, che è questa:
ANSA. GAZA. STRAGE JABALYA. UNITÀ ISRAELE ATTACCATA DA MORTAI.
Tel Aviv, 6 gennaio 2008. La strage nella scuola dell\’Unrwa di Jabalya è avvenuta dopo che dal suo interno erano stati sparati colpi di mortaio contro una vicina unità di fanteria israeliana. L\’unità ha risposto al fuoco a sua volta con mortai contro gli attaccanti, per neutralizzarli. Lo ha riferito la televisione commerciale israeliana Canale 10, citando fonti militari. Secondo l\’emittente, le forze armate israeliane dispongono di un filmato, ripreso da un aereo senza pilota, che mostrerebbe le fasi successive dell\’incidente. Fonti militari israeliane hanno detto alla televisione che negli ultimi giorni sono aumentati gli episodi in cui miliziani di Hamas hanno attaccato forze israeliane dall\’interno di scuole, ospedali e moschee, nonchè da zone residenziali. (ANSA). XBU 0 6-GEN-09 18:31
Ovviamente nei servizi non c\’era un accenno alle responsabilità di questa guerra addossata al gruppo terroristico di Hamas, tra i tanti, sia dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, sia dal presidente dell\’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen (Mahmud Abbas).
Concludendo il famoso dibattito sull\’obiettività (1959/1979), Umberto Eco ha scritto che il cronista è uno "storico del presente o dell\’istante" e che è possibile raggiungere una obiettività minima, quando di un fatto si raccontano tutte le versioni che circolano sulle agenzie di stampa. Antonio Caprarica farebbe bene a ricordare la lezione di Umberto Eco ai suoi redattori. Liberiamoci delle cronache ideologiche e lavoriamo come "storici": ascoltiamo tutti, scaviamo nella realtà dei fatti, leggiamo tutte le "carte" e diamo spazio a tutte le versioni. E\’ in gioco la crediblità del giornalismo. Non solo italiano.
Chi ha sentimenti risorgimentali sa che tutti i popoli, che tali si manifestano e quello palestinese lo ha fatto, hanno diritto a uno Stato, a un territorio, a un Governo e a una Bandiera. Ma anche Israele merita lo stesso rispetto. Napoleone diceva che è la geografia a determinare le scelte politiche. Quando due popoli hanno a disposizione un territorio esiguo servono anche accordi internazionali che garantiscano la sicurezza di tutti e la possibilità per tutti di vivere in pace senza temere che l\’altro, Hamas in questo caso, voglia distruggere l\’antico antagonista (Israele).
 
Franco Abruzzo
 
(da newsletter francoabruzzo.it)

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