La vignetta più bella, quella di Giannelli: “Saluti da Roma, Papa tedesco e sindaco Alemanno”. Lo striscione più irridente e, per certi versi più irritante, come sale sulle ferite, quello posizionato sui gradini del Campidoglio dai ragazzi del fronte della Gioventù: “Walter, santo subito”.
 
E’ una sorta di Via Crucis differita quella che Walter Veltroni sembra affrontare con la rassegnazione di chi ha capito che il calice amaro, a questo punto, va bevuto fino in fondo. A poco serve sapere che la storia  prevede un finale con risurrezione. Adesso bisogna affrontare il Golgota. Mentre la folla osanna ed acclama il suo nuovo Re di Roma e il passaggio dal Calvario si fa frustrante in tutta la sua drammaticità, nonché angosciante nella sua tragica solitudine.
 
Di Cirenei, disposti a condividere il peso della croce, nemmeno l’ombra. Di centurioni, invece, ansiosi di sferrare l’ultimo colpo nel costato, se ne contano forse anche troppi. Una storia che torna, come nella vecchia pellicola di un film, alla sua ennesima replica, l’immagine ora è ferma sul corpo di Cesare esposto sul sagrato del Senato. Prima o poi arriverà Antonio a cantarne l’elogio di uomo d’onore.
 
Il Partito Democratico, oltre le conseguenze dell’anomala percezione dell’attività governativa precedente, sconta un deficit di credibilità costruito su scelte sabbiose dal sapore decisamente ambiguo e da un tasso reale di rinnovamento piuttosto evanescente. Ci voleva più coraggio, per contrapporre a una legge elettorale, dichiarata infame, liste formate con le primarie e candidati espressi dai territori. Troppo in fretta è stata liquidata la richiesta di Michele Emiliano, sindaco di Bari e segretario di Puglia.
 
La stessa scelta di Francesco Rutelli è apparsa contraddittoria, con lo spirito innovativo proclamato dal Pd e con le vicende controverse che ne hanno accompagnato il percorso evolutivo. Ricordiamo tutti il “bel guaglione” tra i frenatori più appassionati di quel processo. E come tanti altri dirigenti a livello locale, sia Ds che Margherita, certo non era tra le figure più spendibili per testimoniarne la novità. Monito utile per le prossime elezioni amministrative del 2009.
 
Gianni Alemanno l’ha spuntata perché percepito più autentico, più diretto, più semplice, e alla fine più affidabile. Immacolato da precedenti esperienze di governo locale, aveva dalla sua il credito acquisito con quella nazionale al Dicastero dell’Agricoltura. Espressione da combattente, tenacia da scalatore, coraggio delle proprie scelte e piglio volitivo sono state le credenziali, che hanno dato all’elettore capitolino la sicurezza cercata, per una decisione altrettanto coraggiosa.
 
Sembrava Barabba, potrebbe rivelarsi un moderno Ben Hur, voglioso di tranquillizzare le inquietudini più nascoste, di dialogare con gli avversari e capace di dar corpo a progetti imponenti come si conviene ad ogni Re di Roma.
 

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