Nell’arido scenario di un’estate grama di risultati per il turismo mondiale
in genere, italiano in forma specifica e per quello del Mezzogiorno più in
particolare, la Puglia si staglia come un’oasi, in apparenza surreale, e fa
registrare dati confortanti in decisa controtendenza. Non si tratta di un
miraggio. Ma del concreto consolidarsi di una performance, riscontrata dalla
totalità degli indicatori economici, frutto di un’azione allargata e di
concerto da anni perseguita dalla regione levantina.

L’industria del turismo è in calo dappertutto, gli effetti di una crisi
diffusa e niente affatto passeggera, malgrado i flebili segnali di ripresa,
lasciano il segno su multinazionali come il Club Med (-13%) o su mete
balneari come la Sicilia, la Campania e la Sardegna. Le cinghie da tempo
continuano a stringersi, e non sono molti quelli che possono ancora contare
su qualche foro residuo. Flessioni a due cifre percentuali delle presenze
nelle strutture ricettive. Riduzione vistosa dei fatturati e ulteriore
concentrazione dei flussi nei picchi centrali di stagione. C’è solo la
Puglia che tiene. E i suoi incrementi tra il 7 e il 10%, in Salento
specialmente e sul Gargano in parte, sono gli unici a ravvivare il desolante
quadro d’insieme.

I gestori dei lidi balneari confermano l’incremento di presenze in spiaggia,
ma denunciano il sofferto contenimento di spese accessorie (bar e
ristorazione). Lamentano l’inclemenza climatica del mese di giugno e
continuano a sollecitare una revisione dei calendari scolastici. Contare su
un’appendice estiva più lunga a settembre, magari a scapito di qualche
settimana a giugno (da dedicare ad attività più pratiche), non solo
aiuterebbe in concreto gli sforzi di destagionalizzazione nel comparto
turistico, ma andrebbe incontro alle stesse esigenze delle famiglie, per cui
giugno rappresenta spesso un problema.

La Puglia tiene. In un Italia che doveva essere “magica”, ma che si rivela
inadeguata a realizzare politiche e azioni per trattenere. Mettendo a frutto
quel suo straordinario potere d’attrazione, che le deriva dal privilegio di
essere “unica”. La Puglia tiene perché, con caparbietà, sta riappropriandosi
della sua antica attitudine alla fidelizzazione degli ospiti. Favorita dalla
versatilità e dalla varietà di declinazioni della sua offerta turistica. Ma
anche dai germogli di una riscoperta logica di sistema.

Per cui se il Salento traina, l’incremento esponenziale degli approdi
crocieristici nel porto di Bari e la crescente attenzione del mondo del
cinema a una location ricca di umori, sapori, luce e colori, diventano il
palcoscenico di una destinazione con la maggior parte dei suoi tesori ancora
nascosti. Per cui, il potenziale inespresso tra costa, entroterra e colline
si rivela il valore aggiunto qualificante a una più larga offerta di turismo
culturale. Funzionale a una proposta rinnovata, che individua nei convegni,
nei congressi e nei servizi relativi, la moderna frontiera del turismo
d’affari.

L’oasi può e vuole farsi più accogliente. Lo stesso Gargano è una pagina
tutta da scrivere nei margini di riqualificazione e di sviluppo
dell’industria alberghiera di Puglia. Se solo non ci si accontentasse più di
un turismo di campeggio e non ci si facesse più confondere dagli arrivi
senza presenze di un turismo di prossimità, puntando a servizi alberghieri
più performanti, più variegati e ovviamente più redditizi.

E ancora. Se solo non ci si cullasse troppo, e soprattutto non ci si
illudesse più tanto, sui ritorni di un turismo religioso da “toccata e
fuga”, da integrare magari con dosi massicce di turismo culturale e turismo
da diporto. A tal proposito, l’inaugurazione della moderna infrastruttura
portuale di Rodi Garganico apre nuove prospettive di scambi e di flussi, sul
tratto di mare più corto con la Croazia.

L’oasi Puglia non si nasconde tra le dune del deserto. E’ ben visibile al
centro del Mediterraneo. E’ come un trabucco affascinante con i suoi pali a
tentacoli, che si allungano come antenne sensibili di crostaceo. L’anima
portante di un agile sistema di canapi e gomene. Riuscire a governarne la
ragnatela di intrecci e diramazioni è l’opportunità che si offre
all’Assessore al Turismo Magda Terrevoli. Se lo farà con maestria, la pesca
continuerà ad essere senz’altro proficua. 

di Antonio V. Gelormini

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