Sarà pure un sultano “trasparente”, ma la sua riconoscenza, alla calorosa accoglienza ricevuta in terra di Puglia, è piuttosto concreta. 5 milioni di euro, che da cultore dell’arte della musica e da spirito sensibile alle sofferenze dell’innocenza, Qabus bin Said, il Sultano dell’Oman, devolve al Conservatorio di Bari (3 milioni per una serie di borse di studio) e al Policlinico del capoluogo (2 milioni per l’acquisto di attrezzature per la cardiochirurgia pediatrica).
 
Un gesto nobile all’altezza della fama del Capo di Stato omanita, che ha fatto diventare pura routine istituzionale il regalo di 25 Rolex agli ospiti, saliti sul suo panfilo esclusivo, per la cena offerta alle autorità locali. I tre più preziosi, modello Oyster Perpetual – Day Date, naturalmente in oro e valore ognuno di circa ventimila euro, sono stati per il Presidente della Regione Vendola, quello della Provincia Divella e per il Sindaco di Bari Emiliano.
 
Una cena sobria a buffet, sul terrazzo dell’elegante yatch reale, sotto il cielo stellato della città levantina e il contorno suggestivo del suo lungomare, dei suoi monumenti e della miriade di luci riflesse sulle dolci e appena accennate increspature delle sue acque. Un menu saggiamente equilibrato e alternato a base di specialità omanite e internazionali.
 
Taglio arabeggiante grazie alla gran quantità di spezie utilizzate. Cous cous, agnello, riso, ma anche tanto pesce, molti dolci tipici dell’Oman e grappoli di datteri a volontà. Servito, solo agli ospiti, Dom Perignon ad libitum.insieme ad una gran quantità di crostacei. Apprezzata, infine, la raffinatezza di evitare i molluschi, qui nel cosiddetto “regno del crudo”.
 
Ancora una volta il Sultano, tra drappi damascati, posate d’argento e cristalli griffati con l’emblema reale, ha brillato per la sua evanescenza. Ad accogliere le autorità ospiti, infatti, sono stati il suo consulente speciale Al Zawawy e l’Ambasciatore dell’Oman Daid Nasser Al Harthy. Lo esigeva il rigido cerimoniale omanita, che prevede la sua partecipazione solo in presenza di Capi di Stato.
 
Il Sultano c’è, ma non si vedrà nemmeno al concerto offerto all’intera città. Il suo spirito aleggerà sui baresi come quello di un genio nascosto nella lampada di un furbo Aladino, smarrito e incantato tra i vicoli di Bari Vecchia. Perché se è vero che l’altezza è mezza bellezza, per il sovrano dell’Oman è l’assenza la migliore presenza che si possa immaginare.
 
Salam aleikum, Bari.
 
di Antonio V. Gelormini

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