L’Italia è un grande Paese sull’orlo del precipizio e nessuno ha il coraggio di assumere decisioni importanti e soprattutto dure. La nostra è la più grande democrazia a pagamento del mondo occidentale, dove nessuno è responsabile e nessuno risponde di niente. La pubblica amministrazione vive livelli preistorici e molto spesso un diritto si trasforma in un favore da ricambiare con il consenso elettorale o previo pagamento di tangenti. Il Paese, come dimostrano i fatti di cronaca di questi giorni, destinati ad allargarsi sempre di più nelle settimane a venire, pare un gigante d’argilla, scosso ed ormai prossimo al crollo. La politica italiana è solo una parte dell’intero sistema Paese che necessita di essere rifondato e ricostruito in tempi rapidissimi. Il nostro non è semplicemente giustizialismo di maniera o allarmismo ingiustificato è soprattutto amore per la nostra terra e desiderio vivo di garantire un futuro alle nuove generazioni. Questo è il tempo della responsabilità e della valorizzazione del merito e del talento, le uniche vie possibili per arginare il decadimento etico e morale che sta letteralmente distruggendo l’Italia. E’ questo il tempo per la buona politica, desiderosa di avviare un processo di profonda trasformazione nelle pratiche e negli ideali. Una politica dai pensieri lunghi, dove onore e senso del dovere sono parte integrante di un Codice Etico non scritto, ma vissuto e praticato. Alla Politica con la P maiuscola è doveroso e necessario tornare a fare riferimento. Un Paese drogato da una comunicazione supina ed asservita, dove gli YESMAN sono presenti ovunque, come dimostrano i tanti disastri in ogni settore della vita pubblica e privata italiana. Occorre una grande catarsi, un concreta purificazione, per far ripartire la macchina di una società sempre di più legata all’apparire e poco al doveroso essere. L’Italia del domani ha un senso ed una ragione se fa dell’etica un valore condiviso e vissuto in tutti i suoi aspetti. Non vogliamo generalizzare e condannare tutto e tutti, vogliamo semplicemente, da persone di buona volontà, contribuire ad aprire una doverosa e generosa riflessione sulla condizione di degrado delle nostre istituzioni, del nostro sistema economico, culturale e sociale e trovare insieme risposte condvise. Una riflessione che vuole e deve essere un supplemento d’anima, un mettersi in gioco per tentare di invertire la triste tendenza del “questo è l’andazzo ed io non sono più fesso degli altri”. Un tempo di speranza per un cambiamento necessario all’impronta del rigore morale e dell’alta tensione etica. Sognare non è fuggire la realtà. E’ sganciarsi dalle evidenze, lasciare deliberatamente i sentieri dell’obbedienza, proiettarsi in una realtà che si osa pensare differente. NOI VOGLIAMO SOGNARE UNA SOCIETA’ PIU’ GIUSTA, EQUA, SOLIDALE E SOPRATTUTTO RESPONSABILE E LEGALE
Virgilio Caivano
Portavoce Piccoli Comuni Italiani

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