Riprende l’interesse per lavorare fuori dai confini nazionali ma l’Unione Europea non è attrattiva tanto quanto altri mercati.
Interesse per posizioni in Regno Unito, Canada e Australia in forte crescita rispetto a giugno 2019

 

Nel mese di giugno, solo il 2,8% dei click su annunci di lavoro per posizioni nell’Unione Europea proveniva da lavoratori basati fuori dai confini degli Stati membri, in crescita rispetto ai minimi registrati in periodo di pandemia, ma ben al di sotto dei click provenienti dall’estero totalizzati dagli annunci di lavoro in Paesi come il Regno Unito, il Canada, l’Australia e gli Stati Uniti. È quanto emerge dall’analisi di Indeed, portale numero 1 al mondo per chi cerca e offre lavoro, che ha analizzato l’andamento delle ricerche di chi vuole lavorare all’estero.

La mobilità internazionale dei lavoratori è ripresa, ma l’Europa sta incontrando difficoltà nell’ affermarsi come destinazione chiave per chi è in cerca di occupazione all’estero.

LA PANDEMIA HA AVUTO UN EFFETTO TRANSITORIO SULLA MOBILITÀ DEI LAVORATORI

Nell’aprile 2021, il punto più basso della pandemia, solo l’1,5% dei click per posizioni di lavoro in UE proveniva da persone basate fuori dall’Unione. Da allora la cifra è quasi duplicata, fino al 2,8% di giugno di quest’anno (dato leggermente al di sopra rispetto al periodo pre-pandemia 2017-2019). Una crescita dell’82%, tuttavia nettamente inferiore rispetto agli incrementi di ricerca negli altri Paesi. Nel Regno Unito, nello stesso periodo, la percentuale di ricerche di lavoro da parte di persone basate all’estero è passata dal 2,2% al 5,5%, con un aumento del 146%.

 

Tra gli altri Paesi di lingua inglese, anche Australia e Canada hanno attratto percentuali significative di persone in cerca di lavoro dall’estero. Più del 17% di ricerche di lavoro per posizioni basate in Australia, nel mese di giugno 2023, proveniva da oltre confine; valori ben al di sopra rispetto alle medie 2017-2020 (mai sopra al 10%). In Canada, invece, a giugno di quest’anno quasi l’11% delle ricerche proveniva da fuori Paese, con valori più che doppi rispetto al 5,1% dell’aprile 2021, ma ancora leggermente al di sotto del picco del 13% circa di settembre 2022.

 

Le ricerche dall’estero per posizioni negli Stati Uniti evidenziano una tendenza simile a quella dell’Unione Europea – stabile prima della pandemia, in calo durante la pandemia e poi, più recentemente, modestamente in ripresa – ma con valori più alti. A giugno, circa il 3,2% delle ricerche di lavoro negli Stati Uniti proveniva dall’estero, in crescita rispetto al 2,1% del 2020, ma ancora inferiore rispetto al picco pre-pandemico del 4,2% del 2019.

 

Pawel Adrjan, Director, EMEA & APAC Economic Research, commenta: “Le posizioni di lavoro nell’UE non sono attrattive per i lavoratori stranieri tanto quanto quelle nei grandi mercati di lingua inglese. Per quanto la mobilità internazionale sia in ripresa, l’UE fatica ad affermarsi tra le mete più ambite. Per aumentare la competitività, è essenziale lavorare per rafforzarne l’appeal quale hub per l’occupazione globale. Accordi specifici con gli altri Paesi e lo sfruttamento dei punti di forza delle singole regioni potrebbero giocare un ruolo importante per attrarre le competenze e i lavoratori desiderati”.

 

Per quanto l’interesse a lavorare nei grandi mercati di lingua inglese sia più alto rispetto a quello per l’UE, non sono questi i Paesi più attrattivi. Secondo le analisi di Indeed, sono nazioni più piccole come il Lussemburgo, l’Oman e la Svizzera (tutte con percentuali di ricerche dall’estero tra il 40% e il 75% a giugno) ad attrarre le più alte percentuali di lavoratori stranieri. Si tratta di Paesi che attualmente registrano alti livelli di lavoratori nati all’estero.

 

PROFESSIONI PIÙ CERCATE: SVILUPPO SOFTWARE, FOOD E SERVIZI ALLA PERSONA

Le occupazioni più interessanti per chi cerca lavoro all’estero, a partire dalla prima metà del 2019, includono lo sviluppo software, la preparazione del cibo e i servizi correlati e i servizi

 

Nell’Unione Europea, complessivamente, gli annunci per posizioni legate allo sviluppo software hanno totalizzato l’8,5% circa dei click provenienti da oltre confine nella prima metà del 2023, in crescita di 1,8 punti percentuali dalla prima metà del 2019. Più di un terzo (35%) di questi click provengono da India, Stati Uniti e Regno Unito. Assistenza personale e cura della casa, invece, hanno totalizzato circa l’1,7% dei click dall’estero nella prima metà dell’anno, in crescita di 1 punto percentuale dal 2019. Le ricerche provenivano principalmente da Nigeria, Sud Africa e Zimbabwe.

 

La quota di clic dall’estero per altre categorie di professioni, tra cui servizi di preparazione del cibo, installazione e manutenzione e assistenza infermieristica, è aumentata di oltre mezzo punto percentuale tra il 2019 e il 2023, con un mix di provenienze in quanto ai Paesi di origine.

 

ITALIA IN LINEA, FA ECCEZIONE IL TECH

In Italia, le categorie professionali con la crescita più significativa in termini di click provenienti dall’estero rispecchiano il trend della UE e degli altri principali Paesi europei, con l’eccezione dello sviluppo software, che non figura nella top five. La preparazione di cibo e i servizi correlati si posizionano al primo posto, con un incremento di 1,8 punti percentuali dall’inizio 2019 (totalizzando il 10,5% dei click dall’estero nella prima metà del 2023). I click per questi annunci provengono più frequentemente da Regno Unito e Stati Uniti. Non è, però, chiaro se si tratta di click di cittadini stranieri o di italiani residenti all’estero che vogliono rientrare.

 

Per le altre categorie, in crescita di più di mezzo punto percentuale (produzione e manifattura, addetti alla guida, installazione e manutenzione, agricoltura e silvicoltura), sono numerosi i click da Regno Unito, Stati Uniti e Marocco. Pesano per più del 40% del totale dei click dall’estero.

 

In linea generale, l’Italia si colloca ben al di sotto della media europea in quanto a ricerche di lavoro dall’estero (2,2% rispetto a una media del 2,8%) e solo 50′ nella classifica degli oltre 62 Paesi analizzati da Indeed.