Contratti di lavoro in aumento del 28%
Importante crescita nei settori bancario, finanziario, assicurativo e immobiliare

Nel Nord-Ovest e Nord-Est le migliori previsioni per le assunzioni


Milano – Secondo i risultati dell’indagine ManpowerGroup Employment Outlook Survey (MEOS) pubblicati oggi, i datori di lavoro italiani prevedono un mercato del lavoro in crescita nel primo trimestre del 2022, con un Net Employment Outlook (NEO) del +28%. Un dato in aumento del 2% rispetto al trimestre precedente. Rispetto allo stesso trimestre del 2021, l’incremento si attesta invece sui 27 punti percentuali. Le Previsioni, al netto delle variazioni stagionali, risultano
quindi essere molto positive: il 43% dei datori di lavoro si aspetta un aumento della propria forza lavoro, a fronte di un 16% che prevede una diminuzione e il 39% che non prevede cambiamenti rispetto alla situazione attuale.


A livello globale, ManpowerGroup ha intervistato un totale di 39.681 datori di lavoro in 40 Paesi per misurare le intenzioni di assunzione dei datori di lavoro per il primo trimestre del 2022. Le interviste sono state effettuate durante il periodo di pandemia di COVID-19. I risultati dell’indagine, per il periodo gennaio-marzo 2022, riflettono probabilmente l’andamento economico attualmente in corso in alcuni Paesi. Le prospettive occupazionali migliori per i prossimi tre mesi sono in Brasile, Perù, India, Irlanda e Paesi Bassi e, per la prima volta dall’inizio della pandemia, tutti gli i Paesi riportano
un dato positivo.


La ricerca MEOS fornisce anche un indicatore sui profili in ambito digitale più richiesti. Il settore IT, Telecomunicazioni, Comunicazione e Media ha riportato le prospettive di crescita maggiori, con una richiesta del 50% in più di professionisti con skill digitali, seguito dal settore Banche, Finanza, Assicurazioni e Immobiliare (+43%) e Horeca (+40%). Anche le prospettive occupazionali nei settori No-profit e Produzione segnano un saldo positivo, attestandosi rispettivamente a +26% e +29%.

Le Previsioni sull’Occupazione di ManpowerGroup rivelano che le intenzioni nelle assunzioni in Italia sono in crescita anche per il primo trimestre 2022 “, afferma Stefano Scabbio, Presidente Sud Europa di ManpowerGroup. “L’anno inizia con buone prospettive occupazionali, sicuramente collegate all’andamento positivo generato dalla ripresa economica. A due anni dall’insorgere della pandemia i dati del MEOS rilevano che le aziende italiane hanno fiducia nel futuro. Lo dimostra
chiaramente il settore finanziario che, dopo essere stato pesantemente colpito dai lockdown, ora è in piena crescita con un +43% di prospettive occupazionali nette, rispetto ad un 28% a livello nazionale.

Questa ripresa deve necessariamente puntare sulle persone, per creare un futuro lavorativo sostenibile, mentre la trasformazione digitale continua ad accelerare. In un mercato del lavoro così in crescita, trovare persone con le giuste competenze è una questione rilevante. L’Italia, attraverso il PNRR, punta a rilanciare la propria occupazione, ma per raggiungere l’obiettivo occorre investire su una formazione professionale di cui si possano misurare adeguatamente i risultati,
stabilire dei percorsi sul breve e lungo termine basati sull’utilizzo di studi predittivi specifici e, infine, puntare all’integrazione tra soggetti pubblici e privati. È per questo che dobbiamo continuare a
supportare la trasformazione delle competenze attraverso l’upskilling e il reskilling, formando adeguatamente i giovani”.

Confronti regionali
Un aumento occupazionale è previsto in tutte e quattro le macroregioni italiane durante il primo trimestre 2022. Sia i datori di lavoro del Nord-Ovest sia del Nord-Est si aspettano un incremento delle assunzioni maggiore, riportando una prospettiva occupazionale netta del +30%.

Anche i dati dell’Italia Centrale e dell’Italia Meridionale/Isole sono molto positivi, segnando rispettivamente un +27% e +23%. Rispetto al primo trimestre 2021, il saldo risulta in aumento: +29% Nord-Ovest, +23% Nord-Est, +31% Italia Centrale e +22% Italia Meridionale/Isole.


Confronti settoriali

L’aumento più significativo è previsto nel settore bancario, finanziario, assicurativo e immobiliare, dove le prospettive occupazionali nette sono del +43%. Prospettive in crescita netta riguardano i settori IT, telecomunicazioni, comunicazione e media e commercio all’ingrosso e al dettaglio, rispettivamente con una previsione di +36% e +35%. I datori di lavoro del settore delle costruzioni si aspettano un ritmo di assunzioni positivo, con una previsione del +28%, mentre le aziende del settore manifatturiero prevedono +27%. Decisi aumenti di personale sono attesi anche nel settore degli Altri Servizi, dove le prospettive sono del +25%, e nel settore dell’istruzione, salute, lavoro sociale e pubblico, con una prospettiva pari a +22%.

Le aspettative di assunzione sono significativamente aumentate rispetto al primo trimestre 2021: in particolare il settore bancario, finanziario, assicurativo e immobiliare è incrementato del 47%, Horeca del 46% e il commercio all’ingrosso e al dettaglio ha fatto segnare un aumento del 30%.

Confronti tra organizzazioni e dimensioni
I datori di lavoro sono classificati in base alle quattro tipologie aziendali per numero di dipendenti: le microimprese hanno meno di 10 dipendenti, le piccole imprese hanno 10-49 dipendenti, le medie imprese hanno 50-249 dipendenti e le grandi imprese hanno 250 o più dipendenti. L’aumento di assunzioni più marcato è previsto dai datori di lavoro delle grandi e medie aziende che riportano prospettive occupazionali nette rispettivamente di +35% e +30%. Le piccole e medie imprese,
invece, prevedono un calo delle assunzioni di -5% e -8% rispettivamente. Tutte queste aziende si aspettano un dato positivo rispetto alle prospettive occupazionali del primo trimestre del 2021: in particolare le aziende di medie dimensioni con +28%, mentre le piccole imprese segnano +24%, le grandi imprese +22% e le microimprese +13%.

Domande extra
L’indagine ha anche rilevato la posizione delle aziende rispetto alla richiesta del vaccino per le persone che lavorano. Il 53% delle aziende italiane ritiene che dovrebbe essere richiesto per lavorare, il 16% ritiene che dovrebbe essere richiesto per alcuni ruoli (ma non per tutti), il 14% dei datori di lavoro pensa che sia loro responsabilità promuovere la necessità di vaccinarsi (ma non l’obbligo) e il 14% renderebbe obbligatorio anche il richiamo, sempre ai fini del lavoro.


Le aziende si sono anche espresse sul tema dello smart working. I datori di lavoro prevedono che la quota maggiore di lavoro in presenza sarà nelle Vendite/Front office/Customer care (48%). Le aree professionali in cui le aziende prevedono la maggiore quota di smart working fino a 2 giorni alla settimana sono Amministrativo e Risorse Umane con una percentuale del 28%, mentre una quota che lavori da remoto anche 3 o più giorni alla settimana è rilevata -per il 21% dei casi- per le aziende
del settore Finance & Accounting e per il 12% delle imprese del settore Manifatturiero. Infine, le aziende prevedono che il 10% di chi lavora in Finance & Accounting continuerà a lavorare completamente da remoto.