Si è svolta nei giorni scorsi la tredicesima edizione di CvDay, l’evento – ideato e organizzato da Credit Village – che rappresenta il più importante e affermato appuntamento italiano del mondo dell’industria del credito. L’edizione 2019 ha registrato numeri molto soddisfacenti totalizzando quasi mille presenze, 32 Sponsor e 18 Media Partner.

Numerosi i commenti positivi ricevuti  da parte dei partecipanti, che hanno sottolineato la loro soddisfazione  verso i contenuti e le tematiche trattati, l’altissimo profilo degli Speaker intervenuti nei vari Panel e le grandi opportunità di networking offerte.

“Back to the future, dove sta andando l’industria del credito?” è stato il focus dell’appuntamento, tematica ispirata ai numerosi e veloci cambiamenti che stanno riguardando il mondo della credit industry che, più volte negli ultimi anni, si è trovato di fronte a una domanda disruptive: risolvere i propri problemi esclusivamente con l’innovazione e quindi spazzare via il “vecchio” è una scelta saggia? Quanto accaduto nell’ultimo periodo evidenzia che non lo è, il settore del credito non può abbandonarsi all’onda del “nuovo”, ma deve riuscire a mettere a frutto le best practice realizzate negli anni per poter affrontare al meglio le nuove sfide.

Gli autorevoli relatori che hanno preso parte alla tredicesima edizione si sono confrontati in occasione delle  quattro sessioni tematiche in programma. La mattinata ha preso il via con la sessione moderata da Chiara Elisei, Co-Deputy Editor Debtwire Europe, “Curve di recupero, tra previsioni e realtà”. Un tema assolutamente chiave nella gestione degli NPLs: come emerso nella discussione, sono due gli spunti di approfondimento su cui i relatori si sono maggiormente confrontati. Il primo è la necessità di allineamento di interessi tra l’investitore e il servicer: è stato evidenziato come, quando manca questo allineamento, le curve di recupero siano molto al di sotto delle previsioni del business plan. Il secondo punto è relativo all’importanza dei dati: tanto più i dati a disposizione sono di qualità e forniti in modo tempestivo, tanto maggiori sono le chance che ci sia rispetto del business plan e che le curve di recupero siano migliori.

A seguire si è parlato di “Lo stato dell’arte del servicing”, con la moderazione di Valeria Gubellini, Executive Director – Credit Collection Cribis Credit Management. Dalla tavola rotonda è emerso che, anche le realtà più strutturate e consolidate, hanno un approccio agli investimenti day-by-day, frutto di una instabilità di mercato. La stabilità, infatti, consentirebbe di pianificare degli investimenti di medio-lungo periodo che sono necessari per affrontare le nuove sfide digital del futuro ma anche la customer journey di un cliente: è, infatti,  impensabile parlare di journey in assenza di una stabilità.

La mattinata si è conclusa con la sessione dal tema “L’evoluzione dello studio legale tra deontologia e performance” moderata da Christian Faggella, Managing Partner La Scala Società tra Avvocati, in cui è emerso, tra le altre cose, come gli studi legali e i servicer si trovino in questo momento ad affrontare la sfida del cambiamento. Devono cioè riuscire a trovare tra di loro le complementarietà che servono per fare sistema, competenze verticali di ciascuno che devono essere messe insieme al servizio di mandanti che hanno esigenze molto differenziate e molto sofisticate.

Il pomeriggio è stato dedicato al tema FinTech e alla sua applicazione nella credit industry. La sessione dal titolo “Il FinTech bussa alla porta della Credit Industry”, moderata da Massimo Famularo, Chief FinTech Editor Credit Village Magazine, ha messo in evidenza come le tecnologie potranno rivoluzionare il mondo del credit management. Il dibattito ha voluto raccontare lo stato dell’arte dell’utilizzo delle innovazioni digital e chiarire come la tecnologia rimanga essenzialmente uno strumento, sicuramente rivoluzionario, i cui risultati dipendono però dalla consapevolezza e dalle capacità di chi lo utilizza.