Cernobbio – La voce delle professioni sanitarie si è fatta sentire alla decima edizione della Winter School 2024 di Cernobbio di Motore Sanità, organizzata in media partnership con Mondosanità, La Provincia, Eurocomunicazione, Askanews, Espansione Tv e Italpress. L’appello è arrivato forte e chiaro: mettere in campo strategie che prevedano un maggiore investimento economico da parte delle istituzioni a tutti i livelli e un maggiore riconoscimento per i professionisti della salute per sostenere la sanità pubblica e garantire così l’innovazione e la ricerca. Da tempo si parla di Global Health come snodo cruciale per garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età, rendendo lo sviluppo sostenibile e diffuso. Innovazione, nuovi modelli organizzativi sono alla base della cultura di una nuova salute, di bisogni di salute di una popolazione sempre più fragile con aspettative e con necessità economiche di salute e di relazione completamente diversi ed impellenti.

Di fronte a questa premesse Silvia Vaccari, Presidente FNOPOFederazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica Ostetriche spiega che per questo “il mondo sanitario deve divenire sempre più dinamico, pronto, eclettico, attento ad analizzare criticamente i determinanti di salute, analizzare dati, fare ricerca, comunicare e pianificare interventi. La Midwifery care declina accuratamente l’accesso ai servizi di qualità e le migliori cure ed esiti di salute. Uno dei fenomeni che ha caratterizzato l’assistenza alla nascita nel nostro Paese negli ultimi anni è la crescente medicalizzazione che ha portato a un ricorso al parto chirurgico che non ha equivalenti in altri Paesi dell’Unione europea con popolazione, sistemi sanitari e risorse simili al nostro. Le linee guida raccomandano che alle donne con gravidanza fisiologica venga offerto il modello assistenziale “basato sulla presa in carico da parte dell’ostetrica/o”. Un altro paradigma sui cui puntare è la continuità assistenziale che dovrebbe essere garantita dagli stessi professionisti o gruppo di professionisti in modo continuativo”.

Il mondo italiano dei fisioterapisti si sente particolarmente coinvolto e interrogato quando si parla di innovazione, di cambiamento e di futuro – ha dichiarato il presidente FNOFI – Federazione Nazionale Ordine Fisioterapisti, Piero Ferrante -. Da un lato perché le tecnologie sono parte integrante della pratica professionale dei fisioterapisti, che da decenni utilizzano strumenti tecnologici avanzati per la loro attività riabilitativa, dall’altro perché i fisioterapisti si sentono protagonisti del passaggio dal modello ‘prestazionale’ al modello di ‘presa in carico globale del paziente’. Questo modello nuovo, in cui FNOFI crede fermamente, rende particolarmente utili e produttivi tutti gli snodi dello sviluppo tecnologico della sanità italiana, in particolare lo sviluppo dell’ecosistema digitale di tutto il Paese, della telemedicina e della teleriabilitazione“.

Un’infermieristica pediatrica tra realtà e visione, viene spiegata con queste parole da Patrizia Bevilacqua, Vice Presidente SIPINF – Società Italiana di Pediatria Infermieristica. “Il tema sulla tutela della salute dei bambini e delle famiglie è fondamentale e merita l’attenzione dei cittadini e della politica, mentre spesso sono lasciati al margine dei dibattiti sull’assistenza e sulla qualità delle cure. La nostra epoca richiede un’attenzione particolare ai bisogni delle famiglie, a domicilio e sul territorio, alla luce dei nuovi bisogni di salute e di assistenza infermieristica pediatrica. In Italia è necessario mettere in campo strategie che prevedano un maggiore investimento economico da parte delle istituzioni a tutti i livelli e un maggiore riconoscimento per i professionisti della salute per sostenere la sanità pubblica e garantire così l’innovazione e la ricerca affinché al minore sia garantito il diritto di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare dei servizi sanitari in relazione alle specifiche necessità”.

Teresa Calandra, Presidente Federazione nazionale degli Ordini TSRM-PSTRP spiega che “Innovare per affrontare il futuro significa avere il coraggio di sperimentare nuove modalità organizzative del lavoro in sanità, sfruttando le potenzialità dei saperi codificati, della loro diffusione, delle tecnologie digitali e favorendo la valorizzazione delle professioni sanitarie, garantendo loro la massima autonomia e responsabilità, soprattutto in questo periodo storico in cui alla carenza di personale sanitario – solo delle nostre professioni mancano più di 80.000 professionisti – si aggiunge la loro scarsa attrattività, con una pericolosa deriva del nostro SSN”.  Secondo Calandra,il cambiamento deve riguardare anche l’evoluzione dei profili professionali, realizzando la necessaria coerenza tra le competenze e i nuovi bisogni di salute, l’innovazione tecnologica, il grado di dinamicità e flessibilità, la capacità di integrarsi in processi e attività interdisciplinari e interprofessionali, gestendo responsabilmente le ampie aree di intervento comuni e gli atti la cui titolarità è o può essere condivisa“.

In Liguria i professionisti che operano in Sanità sono circa 28.500 e ad oggi, solo il 26% circa dei professionisti sanitari opera in ambito territoriale. La fotografia della regione Liguria è fatta da Roberta Zanetti, Dirigente Professioni sanitarie di A.Li.Sa. Regione Liguria che sottolinea il ruolo dei professionisti sanitari: Rappresentano una ricchezza da ascoltare e valorizzare, per questo, l’innovazione passa anche attraverso i professionisti che vi operano e che devono essere fattivamente coinvolti. Anche i professionisti sanitari devono essere sempre più specializzati, al pari del modello medico e, per farlo, ritengo sia necessaria e prioritaria un’azione di revisione del modello formativo. I dati mostrano che le iscrizioni ai corsi di laurea triennali sono in diminuzione (-8,3% in questo anno accademico) mentre i corsi di laurea magistrale registrano un aumento (circa + 6%), a dimostrazione del desiderio di crescita e del bisogno di potenziare la classe dirigente delle professioni sanitarie che devono tornare ad essere attrattive sia in termini di retribuzione sia di percorsi di carriera. Circa il rapporto ospedale-territorio, il PNRR potenzierà le strutture ma è fondamentale ripensare a un ruolo rinnovato e innovato delle professioni sanitarie che tenga conto di questo aspetto: in Liguria, ad oggi, solo il 26% circa dei professionisti sanitari opera in ambito territoriale”.