ingegneriabiomedicaL’ingegneria biomedica è uno tra i settori più promettenti a livello internazionale per quanto riguarda la ricerca scientifica e
l’innovazione tecnologica. In prima fila a sostenere lo sviluppo in questa direzione è l’Unione Europea che attraverso l’EACEA (Education, Audiovisual and Culture Executive Agency) e in sinergia con il Governo australiano ha finanziato una
programma di mobilità da oltre 500mila euro. Il progetto, denominato BEAM (Biomedical engineering – EU Australian cooperation at Master level), è stato sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Trento su iniziativa del professor Claudio Migliaresi e con il supporto di Marcella Orrù, responsabile dell’Ufficio programmi internazionali del Dipartimento.
Il progetto permetterà lo scambio verso le due sedi australiane e verso le sedi europee di studenti di laurea magistrale (in tutto 53) per semestri di studio, seminari nell’ambito dell’Ingegneria biomedica, e di personale di staff (16 persone) per l’attivazione di progetti di ricerca comune. Oltre all’Università di Trento, ateneo capofila del programma, che parteciperà con il Dipartimento di Ingegneria industriale e con il corso di laurea magistrale in Ingegneria dei Materiali, sono coinvolti per l’Europa gli atenei i Minho (Portogallo) e la Martin Luther University Halle-Wittenberg (Germania) e per l’Australia la Queensland University of Technology (Brisbane) e l’Università di Sydney.
«Il finanziamento europeo e australiano premia un progetto che è il risultato di collaborazioni avviate da tempo sia con università, sia con realtà industriali, nell’ambito dell’ingegneria dei tessuti e biomedica e delle relative applicazioni terapeutiche. È anche un riconoscimento alla qualità della ricerca e della formazione svolta dalle sedi coinvolte – ha commentato Claudio Migliaresi – e afferma l’importanza economica e scientifica di un ambito in cui il Dipartimento di Ingegneria industriale e il centro BIOtech hanno una rilevante presenza scientifica internazionale».
«Il punto forte della proposta – si legge nella motivazione espressa dall’EACEA – sta proprio nel settore individuato, che può portare a importanti risultati sia sotto il profilo scientifico, sia commerciale. Gli studenti potranno beneficiare dal rafforzamento della collaborazione, un valore aggiunto frutto del lavoro in partnership tra le università.

Il progetto potrà anche portare un contributo positivo allo sviluppo delle relazioni tra Europa e Australia». Tra i punti chiave apprezzati nella proposta anche la possibilità di formare bio-ingegneri pluridisciplinari, che potranno mettere a frutto le competenze maturate in ambiti diversi.
I partner europei e australiani coinvolti nel progetti BEAM sono membri dello European Institute of Excellence on Tissue Engineering and Regenerative Medicine, un’istituzione che è divenuta punto di riferimento internazionale autorevole in questo
settore.

Di admin