Per tenere vivo il ricordo di Giuseppe Di Vittorio, padre del sindacalismo italiano, nel 54° anniversario della sua scomparsa, Casa Di Vittorio e CGIL Foggia hanno organizzato due giorni ricchi di eventi a Cerignola.
Un intenso percorso di appuntamenti quello del 3 e 4 novembre scorsi, per ribadire – come afferma Mara DeFelici, segretaria generale della Cgil di Foggia – “l’attualità del messaggio e dell’ esempio di GiuseppeDi Vittorio in un periodo storico dove il lavoro, le tutele, i diritti conquistati in anni di lotte e che qualcunoha pagato anche col sacrificio estremo della vita, è sotto attacco delle politiche neoliberiste. E nel qualeil valore della cultura e della conoscenza – centrale se si vuole affrontare la complessa vicenda umanae politica di Di Vittorio – è anch’esso messo in discussione attraverso il tentativo di sopprimere il dirittogarantito costituzionalmente del sapere pubblico per tutti”.
E proprio per questo si è deciso di portare il messaggio di Di Vittorio ai più giovani, agli studenti diCerignola, ospiti dell’Istituto “Dante Alighieri”. “Si è trattato di una giornata carica di significati – ilcommento del dirigente scolastico Salvatore Mininno – I giovani hanno avuto la possibilità di inserirsi inun percorso didattico e culturale di grande spessore che partendo dal campo di internamento di Rieucrosin Francia, dove Baldina Di Vittorio è stata prigioniera nei primi anni quaranta, è giunto al giorno d’ogginella riflessione intorno al ruolo dei giovani nella società, alle questioni del lavoro e della crisi. Riteniamoessenziale continuare questo lavoro e queste riflessioni per dare consapevolezza ai giovani studenti delproprio posto nel mondo, un posto che è conseguenza di una storia ben precisa e non della casualità,soprattutto in questi tempi in cui la povertà economica e culturale sta sempre più trasformandosi inpovertà di diritti”.
Gli appuntamenti sono proseguiti presso la sede dell’ Associazione Casa Di Vittorio, con lapresentazione del libro di Giovanni Novelli, “Neanche se mi uccidi”, biografia di Peppino Papa, storicodirigente della Cgil nel Subappennino e a Lucera – città della quale diventerà sindaco – e del brevedocumentario “Tracciatore di solchi”. “Tracciare solchi – spiega Mara De Felici – può essere utilemetafora per richiamare l’impegno, la fatica, la tenacia, la voglia di futuro di questi grandi protagonistidella nostra storia. A loro dobbiamo un sistema di tutele e di garanzie per il mondo del lavoro chetocca ai più giovani, spinti dall’esempio di questi nobili padri e nonni, difendere e provare ad estendereragionando più complessivamente di diritti di cittadinanza”.
In tutti questi eventi è stata presente una delegazioni della Camera del Lavoro di Grosseto, guidatadal segretario generale Lorenzo Centenari. Proprio la Cgil del centro toscano ha fortemente volutogemellarsi alla Camera del Lavoro di Cerignola. Gemellaggio che si è svolto in serata presso la “Casadel Popolo” intitolata a Di Vittorio e suggellata da uno scambio di targhe con il coordinatore della Cgil diCerignola, Luigi Vinciguerra. “Abbiamo fortemente voluto questo gemellaggio – ha spiegato Centenari– perché la storia delle lotte bracciantili di questi territori sono parte fondamentale della grande storiadella nostra Cgil. E poi c’è la straordinaria figura di Di Vittorio, che crediamo vada ancora studiata perla sua sorprendente attualità. Abbiamo visitato i luoghi di Peppino, siamo entrati in questa Camera delLavoro, con la stessa deferenza con cui si entra in una chiesa. Ovviamente speriamo che quanto prima lanostra visita possa essere ricambiata da una delegazione della Cgil foggiana”
L’ultima iniziativa svolta si è tenuta presso la Camera del Lavoro di Cerignola il pomeriggio del 4novembre: una festa del tesseramento della Cgil che è stata occasione per consegnare attestati ericonoscimenti ai quei lavoratori che si sono distinti nelle lotte nei luoghi di lavoro. E’ stata inoltreconsegnata una targa ai dipendenti della SIA, sempre in prima linea nelle mobilitazioni della Cgilprovinciale. Nell’occasione è stata proiettato il documentario prodotto dalla Camera del Lavoro diFoggia “Giuseppe Di Vittorio. Il volto umano di un antifascista”, video con la visita di Baldina – chedell’associazione dedicata al padre è presidente onorario – alla cella del carcere di Lucera in cui furinchiuso il padre del sindacato italiano il 25 luglio del 1941. Una cella conservata intatta così com’era dalDipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
“Giuseppe Di Vittorio non è più per molti giovani e non solo, un punto di riferimento – conclude LucaAnziani, del direttivo di Casa Di Vittorio – è quindi necessario non cedere alla fatica o al pessimismoma in una rete culturale – scuole, istituzioni, associazioni – si deve continuare a tracciare il solco. Siamochiamati ad essere tracciatori di solchi, come fu Peppino Papa. Tracciatori di solchi culturali affinché i più giovani abbiano un percorso da seguire e non siano lasciati soli. Per questo quella del tre novembre èstata una giornata positiva, per vincere il disinteresse”.

di Carmine Anzivino

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