Il presidente Busi: “Apprezzabile la volontà dell’Europa di evitare il muro contro muro. Bisogna investire nelle nuove rotte per l’export: Sud America, Asia e Africa”
“Davanti alla possibilità di dazi fino al 30% sui prodotti agroalimentari italiani, incluso il vino, serve una reazione concreta e orientata al futuro. È inutile piangersi addosso: va vista come l’occasione per accelerare una nuova strategia di export, che punti su mercati alternativi e più stabili”.A dirlo è Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti docg, in relazione alla lettera del presidente Usa Donald Trump sui dazi che dovrebbero entrare in vigore dal 1 agosto e alla volontà dell’Unione Europea di avviare una trattativa.
“Apprezziamo l’orientamento dell’Unione Europea ad aprire una trattativa con gli Stati Uniti, mercato fondamentale per il vino italiano, senza innescare una guerra di dazi e controdazi – spiega Busi – ma non possiamo continuare a rincorrere gli annunci che arrivano da Oltreoceano e che cambiano ogni giorno. Serve una visione più ampia e strutturata”.
“Sud America, Asia e Africa rappresentano oggi rotte fondamentali per il futuro del vino italiano – prosegue Busi – e l’accordo tra Unione Europea e Mercosur può diventare una leva reale per lo sviluppo del nostro comparto”.
“Mercati come Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay – continua il presidente del Consorzio Vino Chianti – offrono grandi margini di crescita per un vino come il Chianti, simbolo della tradizione, della qualità e dei territori italiani”.
“Anche in Asia registriamo segnali positivi – sottolinea Busi – con una domanda crescente in paesi come Cina, Giappone, Vietnam e Thailandia: dobbiamo essere presenti in modo strutturato, con promozione e distribuzione mirate”.
“Non vanno trascurate Africa e India – aggiunge il presidente del Consorzio Vino Chianti – aree in cui il consumo di vino sta cominciando a diffondersi e dove possiamo posizionarci con prodotti di alta qualità e forte identità culturale”.
“Se da una parte è importante evitare il muro contro muro con gli Usa – conclude Busi – dall’altra è nostro compito costruire nuove opportunità. L’export del vino italiano ha bisogno di mercati diversificati e di una strategia europea solida, capace di accompagnare le imprese in un mondo che cambia”.