Conclusa la sedicesima edizione di Forum Banca, l’evento di IKN Italy che coinvolge i protagonisti del mondo bancario, finanziario e fintech. Il 3 ottobre si è svolto l’Executive Summit che ha presentato i trend del Digital Finance e approfondito il tema del Rischio Intermediazione.

L’Eurozona è alle prese con inflazione elevata, crescita debole e politica monetaria restrittiva: tutto ciò ha portato a un minore potere di spesa da parte dei consumatori, che hanno visto una diminuzione dei loro risparmi, ma, come controparte, c’è stato un aumento dei profitti aziendali – che hanno permesso di assorbire lo shock del rialzo dei tassi – e, di conseguenza, del mercato del lavoro.

Nei prossimi trimestri, l’intensificazione dell’impulso monetario e la debolezza della congiuntura dovrebbero portare a un progressivo deterioramento dei profitti aziendali e del quadro occupazionale, contribuendo ad un allentamento delle pressioni inflazionistiche di fondo e un inizio di inversione di tendenza dei tassi di interesse, a partire da metà del 2024.

L’Italia è di fronte a molteplici sfide, a partire dal settore delle costruzioni che, dopo il boom dell’ultimo periodo, vive una forte restrizione. I fondi del PNRR diventano rilevanti per fronteggiare il venir meno della spinta dei bonus edilizi e, quindi, stimolare la crescita per non compromettere le future prospettive di integrazione europea.

In questo contesto non semplice, la finanza digitale da anni registra una crescita esponenziale, tra stablecoins, bitcoins e i nuovi prodotti delle Big Tech. La conquista della fiducia dei consumatori è un tema fondamentale in questo ambito, la sicurezza percepita diventa un fattore rilevante per attirare una clientela con cui non si ha un contatto fisico. La digitalizzazione delle operazioni bancarie crea tempo che può essere dedicato per approfondire e implementare parte dei servizi bancari: la formazione – sia verso i clienti che interna – diventa uno dei principali driver per l’evoluzione della digitalizzazione bancaria.

La banca deve diventare il punto di accesso principale al digital finance, con il supporto di partner che hanno maturato comprovata expertise in questo ambito: la convergenza tra questi due mondi – davvero agli antipodi a livello di regolamentazione – è inevitabile. L’Italia ha di fronte diverse opportunità ma è necessario continuare a investire, innovare e riuscire a fare sistema.

Ci troviamo di fronte a un mercato in forte evoluzione, in cui le azioni da intraprendere sono ora delle scelte strategiche e prioritarie. Da una parte vediamo la verticalizzazione della digitalizzazione dei prodotti, il time to market, mondo ESG che dà una pressione, la continua richiesta di diminuzione della spesa IT; dall’altra notiamo una mancanza di risorse specializzate, legacy unlock e resilienza.

In occasione della prima giornata di lavori si sono svolti due tavoli di confronto interattivo: nel primo è stato affrontato il tema del Digital Operational Resilience Act ed è emersa la consapevolezza che non è un provvedimento solo per banche ma che coinvolge fornitori e partner, l’importanza dell’armonizzazione anche a livello applicativo, non solo normativo, la continua operatività richiesta all’intermediario, i nuovi investimenti che devono essere fatti.

Nel secondo tavolo si è trattato il tema dei modelli di sourcing strategico in cui è emersa la difficoltà che hanno i grossi gruppi bancari a spostarsi completamente sul cloud. Tra i pilastri della migrazione, la formazione – a tutti i livelli – e la capacità di attrarre talenti occupano un ruolo fondamentale.

La finanza decentralizzata deve affrontare dei rischi tecnologici, tra cui la lotta al riciclaggio. Con la pandemia la trasformazione digitale ha vissuto un’impennata e, di conseguenza, sono aumentati in modo esponenziale anche i rischi correlati. E’ risaputo come riciclaggio e finanziamento al terrorismo vadano di pari passo.

E’ cambiato il modo di lavorare e sono stati introdotti nuovi software che rilevano con tempestività le operazioni sospette: l’onboarding di un nuovo cliente è la fase più critica, in cui la banca deve fare gli opportuni controlli. Tra gli strumenti di risk management, ci sono automatismi tecnologici informatici in grado di individuare situazione sospette, come gli strumenti di AI con prodotti e servizi estremamente evoluti, ma che non possono sostituire la presenza umana che controlla, governa e gestisce la tecnologa.

È stato fatto un focus sulle potenzialità e gli sviluppi dello European Digital Wallet che dovrebbe arrivare a una sua completa definizione con l’approvazione di eIDAS 2.0 entro la fine di ottobre e sui casi d’uso sovvenzionati dall’Unione Europea. Ci sono ancora diverse sfide relative alla completa applicazione del Digital Wallet europeo: da una parte gli aspetti di sicurezza e protezione dei dati e dall’altro gli aspetti di liability.

Infine, in chiusura, si è toccata la relazione tra le normativa MiCA, PSD3, PSR1 e TFR . Numerose sono le domande aperte: come la MiCA proteggerà i consumatori dalle cripto? Quanto MiCA parla con la PSD2? La moneta elettronica tokenizzata, stable coin, sarà una realtà a partire dal 2024. Le banche non possono però restare alla finestra su questi trend evolutivi e devono iniziare a fare sperimentazioni prima che l’eurodigitale sia una realtà.

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