Nell’ambito della ricorrenza del Terzo Centenario della nascita di Raimondo de Sangro (1710-2010) continuano in Capitanata gli incontri e gli approfondimenti sulla figura del geniale principe del Settecento che fa ancora parlare di sé. Scienziato moderno ante-litteram, ha lasciato ai posteri la Cappella San Severo a Napoli, vero scrigno d’arte di autentici capolavori come il Cristo velato del Sammartino.

Oggi pomeriggio, presso il Ristorante in Fiera a Foggia, alle ore 18,30 ci sarà l’incontro dal titolo: “Torremaggiore e i De Sangro”.

L’incontro sarà tenuto da Ciro Panzone, cultore di storia locale, che, sotto l’egida dell’Associazione libera Amici della storia e della geografia di Capitanata, ripercorrerà l’avventura di Raimondo inserita nel contesto della sua nobile famiglia, discendente dai re borgognoni di Francia, stirpe irrequieta di grandi intemperanze e di grandi eroi, capaci di guadagnarsi sui campi di battaglia europei ed africani l’insigne ordine del Toson d’Oro e numerosissimi altri riconoscimenti.

Si distinsero valorosissimi guerrieri, luminose figure di santi e di mecenati, ma anche losche figure di tiranni, che con dispotismo governarono i loro vasti feudi in Capitanata, col titolo di duca di Torremaggiore, principi di San Severo e marchesi di Castelnuovo e Casalvecchio. Al tempo stesso, ressero sapientemente l’amministrazione della regia dogana delle pecore di Foggia durante il periodo, che fu conosciuto come l’età d’oro dell’industria armentizia, istituita da Alfonso d’Aragona, la quale assicurava alle casse del regno di Napoli un terzo di tutte le entrate.

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