“L’Ente Parco non si sottrarrà in alcun modo agli interventi necessari ad alleviare le sofferenze degli allevatori colpiti dai danni provocati dai lupi. E’ nostra intenzione creare un percorso più agevole per accorciare i tempi dell’accertamento del danno e del relativo risarcimento e ci faremo promotori e capofila di un tavolo tecnico condiviso e permanente al quale inviteremo a sedere, a ragionare e a decidere non solo le associazioni di categoria, ma soprattutto i soggetti che direttamente sono coinvolti in queste dinamiche: l’Asl, la Regione Puglia, la Provincia di Foggia ed il Corpo Forestale dello Stato. Altresì è mia intenzione vagliare la possibilità di istituire un plafond di risorse finanziarie (garantite da Enti come la Regione, la Provincia oltre che il Parco stesso), per garantire indennizzi certi e celeri”. Queste dichiarazioni del Commissario Stefano Pecorella hanno messo d’accordo e rasserenato i rappresentanti delle associazioni agricole e zootecniche intervenuti in un’incontro ad hoc svoltosi lo scorso giovedì presso la sede dell’Ente. Una riunione stabilita da tempo e che, per una drammatica casualità, si è svolta pochi giorni dopo l’ultimo caso di un presunto attacco da lupo subito da un allevamento locale che ha diffuso anche un inutile allarme tra la popolazione garganica. Ad illustrare al Commissario le criticità e le preoccupazioni degli imprenditori autocotoni sono stati Angelo Marseglia (Coldiretti Foggia), Domenico Libergolis (responsabile del comprensorio di Manfredonia di Coldiretti), Michele Palmieri (Copagri) e gli allevatori Raffaele Taronna e Luigi Santoro, i quali, al termine del confronto, vista l’apertura di credito da parte del Parco e le immediate e pragmatiche azioni da applicare, guardano con maggiore fiducia al futuro del settore.

LE DICHIARAZIONI DEL COMMISSARIO STEFANO PECORELLA

“E’ giusto sostenere l’economia con l’aggiramento della norma? Penso che nessuno voglia assumere questo sgradevole atteggiamento preferendo piuttosto l’avvio di una fase di reciproca collaborazione. L’Ente Parco non si sottrarrà in alcun modo agli interventi necessari ad alleviare le sofferenze degli allevatori colpiti dai danni provocati dai lupi. E’ nostra intenzione creare un percorso più agevole per accorciare i tempi dell’accertamento del danno e del relativo risarcimento. Ma, per fare ciò occorre abbattere qualsivoglia incomprensione e distanza; senza uno schietto e leale confronto non si possono trovare intese.

Dopo aver appreso e recepito i vostri disagi e le vostre preoccupazioni suggerisco di intraprendere una strada che ci porti velocemente alla soluzione delle problematiche più gravi. Innanzitutto, l’Ente Parco si farà promotore e capofila di un tavolo tecnico condiviso e permanente al quale inviteremo a sedere, a ragionare e a decidere non solo le associazioni di categoria, ma soprattutto soggetti che direttamente sono coinvolti in queste dinamiche: l’Asl, la Regione Puglia, la Provincia di Foggia ed il Corpo Forestale dello Stato. Ho già avuto modo di confrontarsi con Savino Santarella, Assessore Provinciale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, il quale ha immediatamente manifestato la concreta volontà di rendersi partecipe di questa azione sinergica. Altresì è mia intenzione vagliare la possibilità di istituire un plafond di risorse finanziarie (garantite da Enti come la Regione, la Provincia oltre che il Parco stesso), per garantire indennizzi certi e celeri.

Però chiedo a tutti di collaborare perche’ non si creino atteggiamenti speculativi che non fanno bene all’immagine del nostro territorio e di chi lo vive faticosamente ogni giorno come i nostri allevatori e tutti coloro che lavorano la nostra terra voglio. Da parte mia e del Parco c’è e ci sarà, la massima collaborazione. Il primo passo sarà la formalizzazione delle reciproche responsabilità attraverso un largo protocollo d’intesa con il quale si delineeranno i compiti dei firmatari. In particolare, al fine di velocizzare le operazioni di accertamento del danno, solleciteremo l’Asl e l’Ordine dei Veterinari, affinchè si individuino uno o più specialisti sempre reperibili ed operativi in un brevissimo lasso di tempo rispetto alla segnalazione della richiesta d’intervento.

Le Istituzioni devono farsi carico delle esigenze del territorio che amministrano e  rappresentano e l’apertura e l’ascolto sono anche fondamentale segno di vicinanza nei momenti difficili”.

SCHEDA DEL LUPO SUL GARGANO

Chi l’ha detto che il lupo è simbolo di pericolo? Tutt’altro, la presenza del re dei boschi e delle montagne è certificatrice di un ambiente salubre e con un positivo equilibrio ecologico. Negli ultimi anni il Gargano è stato scelto come meta privilegiata da diversi lupi che da queste parti non sono sicuramente una novità, poiché segni della loro vita passata sono innumerevoli, ma le notizie sulla presenza terminano improvvisamente, quando nel 1938 venne abbattuto l’ultimo esemplare, cosi testimoniano gli anziani di Monte S. Angelo. Dopo decenni il lupo è dunque tornato. Lo hanno certificato l’Istituto nazionale di fauna selvatica, l’Istituto zooprofilattico di Foggia e la Asl di Foggia. Ci si chiede come sia possibile spiegare la presenza del lupo sul Gargano dove non è di casa, visto che la sua presenza è stata definita saltuaria e, quindi, non fissa. Gli esperti ritengono che il fenomeno sia da collegare ad un aumento del numero dei lupi in Italia, e, di conseguenza alla loro ricerca di nuovi spazi vitali.

La gran parte di questi animali scende dall’appennino tosco-emiliano e invade la Puglia e il Gargano, territori a loro congeniali, proprio perché altamente salubri. L’unico inconveniente, se così lo si può definire, è la convivenza con il settore zootecnico locale. Tuttavia gli ambientalisti e le Istituzioni preposte alla salvaguardia della flora e della fauna, come la Provincia, gioiscono per la presenza stanziale di un piccolo branco, in quanto trattasi di un ottimo segnale, termometro del progressivo miglioramento ambientale ed ecologico dell’area.

L’emergenza inerente agli attacchi ai capi di bestiame è ciclica e fisiologica. Per ogni animale ucciso da un lupo l’allevatore, dopo accertamenti dell’Asl, riceve un indennizzo.  I lupi sono tornati sul Gargano perché hanno trovato in esso un habitat ideale. Trattasi di una specie animale protetta dalla legge e che non può essere sottoposta né a progetti di ripopolamento né alla caccia. Il lupo del Gargano non ha mai attaccato l’uomo.

Dunque emergenza è una parola troppo grossa ed usata a sproposito per la reale situazione locale. Sul Gargano è in corso un importante processo ecologico. Per gli esperti ed i tecnici del settore i lupi non sono un problema né per l’uomo né per l’allevatore perché esso è un animale schivo e che non ha confidenza con l’uomo, al contrario di ciò che avviene con i cani randagi. Il tipo d’allarme è di tutt’altro aspetto e riguarda il rischio della sopravvivenza della razza pura dei lupi. Infatti, in molti casi gli attacchi al bestiame sono ad opera di cani randagi ed inselvatichiti. Il serio pericolo è che essi si accoppino con i lupi e che ci sia un inquinamento genetico. Gli addetti ai lavori, proprio nei mesi scorsi, hanno asserito che la presenza di lupi sul Gargano ha portato tanti benefici sotto l’aspetto del miglioramento della qualità e della quantità di esemplari e specie della flora e della fauna, in primis del cinghiale nostrano.

Quindi, involontariamente i lupi diventano selezionatori naturali. Il nocciolo del problema non risiede nella presenza o meno del lupo sul Gargano (che è indice di salubrità ed equilibrio dell’ecosistema garganico), bensì nella corretta informazione e nell’adeguata messa in sicurezza della campagne, luoghi che devono ritornare ad essere valorizzati prima dell’abbattimento di un cataclisma chiamato abbandono. Vanno prese delle contromisure (come i recinti elettrificati e l’assegnazione in comodato d’uso perenne di cani di razza maremmana addestrati) per impedire al lupo di avvicinarsi e divorare le prede.

In definitiva non c’è alcun rischio per coloro che risiedono nei centri abitati del Gargano. Il territorio ha degli ambienti così antropizzati che impediscono ai lupi di stanziare e procreare. Queste specie sono solo di passaggio dalle nostre parti (seguono la scia della transumanza) e, per i motivi esplicitati, non risiederanno mai neanche nel cuore della Foresta Umbra. Per difenderci dai lupi serve anche un nuovo e diverso approccio culturale da parte sia degli allevatori che della cittadinanza.

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