1. Il valore di un  distributore è da sempre concentrato sui temi fondamentali della finanza  e della logistica; oggi non è più così perché all’interno della supply  chain, al distributore vengono assoggettati anche compiti di marketing  per lo sviluppo dell’opportunità (es. sostenibilità del trade-in,  comunicazione, azioni formative, eventi) e per dare coraggio a un  mercato difficile. Anche l’aspetto dei servizi professionali di  natura tecnica rappresenta un altro livello funzionale da cui il  distributore multivendor non può prescindere. Come System Integrator  sentiamo i temi della vicinanza finanziaria (cfr. cambio, termini di  pagamento), della precisione logistica (fattore strategico per la  redditività dell’intero processo di business su cui il corretto flusso  del materiale determina il successo o l’insuccesso) e del supporto  marketing, come temi predominanti nella scelta di un distributore.
2. Il tema dei servizi da  ricercare nel vendor deve partire da un’analisi più profonda delle  esigenze del mercato ma soprattutto dalle esigenze della singola  opportunità di business. Non vi è dubbio sul fatto che oggi  l’offerta che si porta sul cliente debba avere il valore della  completezza, ovvero un sano collage di sostanza tecnologica, capacità  formativa, precisione di progetto, efficacia manutentiva ed evolutiva,  vicinanza finanziaria, efficace logistica. Potrei racchiudere questi  concetti con un unico termine: chiarezza, un fattore che dovrebbe  mantenersi tale soprattutto nell’ambito delle perturbabili relazioni di  business sui clienti. È un tema complesso su cui però si poggiano i  legami e il coordinamento tra vendor/distributori/integratori/clienti.
3. Il rapporto con l’utente finale. La questione è tutta qui, ovvero nella sana valutazione della distanza  che può esistere tra le definizioni utente finale e cliente. Non vuole  essere un gioco tra sinonimi ma è interessante fare una distinzione tra  queste due identità, quali, il cliente prospect e quello fidelizzato. Il  primo, ha il valore dell’occasionalità ma ha ancor più il valore della  conquista e per questo si deve lavorare affinché possa apprezzare  soluzioni e servizi offerti traguardandone la fidelizzazione. Il secondo  ha il valore della continuità nel tempo e questo non va deluso  evidenziando sempre grandi capacità di essere un osservatorio  tecnologico in grado di arricchire culturalmente ed operativamente il  percorso di crescita. Proprio per questo b! propone con attenzione il  tema dell’innovazione, delle soluzioni, dei prodotti e dei servizi  evoluti, perché alla base del nostro DNA c’è l’obiettivo di essere  riconosciuti come un partner con cui potersi criticamente confrontare  con l’azienda.
4. Indipendentemente da fattori canonicamente  riconosciuti quali competenza tecnica, qualità dell’offerta, incidenza  dell’innovazione, parametro prezzo, il valore aggiunto va ricercato  nello “stile” aziendale ovvero nel modo con cui l’azienda opera sul  mercato. E’ importante far arrivare al cliente la giusta  percezione di customer care. L’azienda, i servizi aziendali,  tecnico-commerciali-amministrativi-logici devono esprimersi affinché in  ottica customer oriented ognuno di questi tasselli possa divenire un  elemento di fidelizzazione, un punto di forza. In un’epoca  dall’approccio “mordi e fuggi” è importante dare un messaggio di serietà  e qualità operativa. Il valore aggiunto è soprattutto questo. Bisogna  sapere bene investire nella qualità in termini di processo, servizio e  relazione.
5. Il cloud rappresenta una rivoluzione di tipo strutturale/organizzativa. Come  tutte le rivoluzioni tecnologiche, di costume e quindi di mercato,  determina una sterzata nelle caratteristiche di offerta e per queste  deve essere letta come una sana opportunità di business. Il problema  vero è che la sua piena attuazione trasformista richiede tempo per  essere metabolizzata. Su questo che si deve ragionare. La crescita delle  infrastrutture cloud e l’offerta tecnica dei servizi derivati dal cloud  hanno bisogno di un intenso dialogo sui clienti e di tecnologie  tranquillizzanti, soprattutto in ambito sicurezza. Questo aspetto  innalza il valore della relazione tra cliente e fornitore, dove il  fornitore si deve distinguere come attore capace, affidabile e sicuro.  La sicurezza è quindi uno dei temi su cui più si discute ed in questo si  gioca il modello di architettura che meglio potrà vestire  l’opportunità. Dal mio punto di vista, il cloud come espressione di una  infrastruttura IT di tipo borderless, sta crescendo essenzialmente  nell’ambito della private cloud ovvero all’interno di uno schema  riorganizzativo delle grandi aziende multi filiale e con un numero di  utenti importante.La diffusione, l’accettazione e l’intensificazione di  tale modello approderà al contatto con più minute entità aziendali  quando il fattore “utilizzo dei servizi” risulterà oltre che sicuro,  concretamente e drammaticamente efficiente e conveniente. Cloud? Da non  sottovalutare.
(da technologybib.it – Stefano Giannini è Direttore Ingegneria d’Offerta b!)
