Milano– Con la Fase 3 dell’emergenza sanitaria è possibile muoversi in libertà tra le regioni e finalmente raggiungere le seconde case. Che si trovi in montagna, in campagna o al mare, è probabilmente rimasta chiusa per un tempo prolungato.

Ecco allora i consigli di MCE Lab, la piattaforma di MCE Mostra Convegno Expocomfort dedicata ai temi del comfort residenziale, dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale per una riapertura in totale sicurezza. 

Secondo Egisto Canducci, coordinatore di MCE Lab, in assenza di ristrutturazioni/aggiornamenti impiantistici valgono le operazioni di riapertura di routine: si verifica la pressione dell’impianto idrico (se si tratta di un impianto autonomo attraverso il termo manometro della caldaia, in caso di impianto centralizzato è sufficiente verificare che non ci sia aria nei termosifoni attraverso le valvoline disaeratrici (di sfogo dell’aria, montate sui singoli corpi scaldanti), si puliscono i filtri della rete idrica (se ci sono filtri sull’impianto si possono semplicemente smontare, pulire e rimontare senza utilizzare prodotti specifici, in caso di filtri autopulenti è sufficiente effettuare una pulizia seguendo le istruzioni del produttore), si arieggiano abbondantemente gli ambienti e si fa scorrere l’acqua delle tubature dell’acqua sanitaria.

Se l’abitazione è dotata di un termoaccumulo di ACS (il boiler di casa o quello della centrale) e se questo è stato tenuto inattivo per molto tempo, è doveroso effettuare uno shock termico per prevenire la formazione di batteri, portando l’accumulo > 65/70°C alzando la temperatura dello stoccaggio e programmando elettronicamente il miscelatore termostatico. Il consiglio è di aprire poi, uno alla volta, tutti i punti di prelievo di ACS, facendo scorrere l’acqua calda, per sterilizzare le tubature ed eliminare i batteri che si possono essere formati durante il periodo di inattività.

Se si tiene l’accumulo a temperature inferiori, questa operazione va ripetuta una volta alla settimana, per prevenire il batterio della legionella; se la casa si trova in un complesso che è dotato di produzione di ACS centralizzata, sarebbe utile tener la temperatura degli accumuli >65°C, dotare la rete di distribuzione già in fase di progettazione di una valvola termostatica elettronica provvista di un sistema di trattamento di shock termico, e seguendo le istruzioni del produttore, impostare  una volta alla settimana la disinfezione della rete in orari in cui difficilmente si usa acqua calda (ad es. alle 3 del mattino) per mantenere alta la qualità dell’acqua distribuita.