Piena soddisfazione è espressa dalla segreteria provinciale della Funzione Pubblica CGIL per l’intesa sottoscritta con il Comune di San Giovanni Rotondo avente per oggetto la stabilizzazione di quattordici lavoratori ex socialmente utili. Convocati dal sindaco Giuliano Giuliani, all’incontro –oltre al dirigente e all’assessore comunale al ramo- hanno partecipato il segretario della FP CGIL, Mario La Vecchia, e per la Fps Cisl Pasquale Perna.
 
“E’ stata definita –spiega La Vecchia- la stabilizzazione degli ex Lsu con contratto part time, per un numero di dieci unità. Per la restante parte, quattro unità, l’amministrazione si è impegnata a favorire la stabilizzazione mediante il trasferimento del personale presso ditte impegnate in appalti pubblici per la manutenzione del verde, delle strade e altri servizi. Ovviamente è stato previsto che in presenza di soggetti diversi subentranti nell’appalto, ai lavoratori sarebbe garantito il mantenimento del posto di lavoro con il trasferimento presso le altre ditte”.
 
Nell’accordo anche l’inquadramento del personale già dipendente, a seguito di progressione verticale, e l’assunzione di altro personale tramite l’indizio di un pubblico concorso. “Per la definizione dell’accordo è stato fondamentale –spiega il segretario della FP CGIL di Capitanata- la disponibilità al sacrificio dei lavoratori dipendenti, che hanno acconsentito che si attingesse per la parte finanziaria ad una parte del salario accessorio. Un atteggiamento di buon senso che cozza con l’immagine dei dipendenti pubblici che la propaganda del ministro Brunetta vuol far passare, al solo scopo di impoverire la pubblica amministrazione di questo Paese”.
 
Un risultato, quello conseguito a San Giovanni Rotondo, “che dimostra come è venuto mai meno il nostro impegno per la stabilizzazione di lavoratori che da anni lavorano in condizione precarie per la pubblica amministrazione. Il massimo che era possibile ottenere, rimanendo il blocco delle assunzioni deciso dalla Finanziaria e prima dello stop alle stabilizzazioni previsto nel decreto 112, contro il quale è in corso in tutta Italia una mobilitazione dei sindacati del pubblico impiego”.

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