Sembrava impossibile, ma in poco più di qualche mese, cinque anni fa, la pietra di scarto divenne ancora una volta “pietra d’angolo”. Prima con l’affermazione su Francesco Boccia, il candidato ulivista super favorito, e poi con la sofferta vittoria sul governatore uscente Raffaele Fitto, Nichi Vendola sanciva il riscatto di una Puglia a lungo chinata sotto il giogo pesante di un destino fatale.
 
Sembrava pietra di scandalo, divenne la pietra fondante di una Puglia migliore. Di una Puglia discontinua che, facendo forza sulla consapevolezza delle proprie risorse umane ed intellettuali, è riuscita a testimoniare una controtendenza virtuosa in tempi di crisi e di sbandamenti diffusi.
 
“Il distratto vi inciampò sopra”, canta Laura Lavalle, “il contadino stanco la adoperò come sedile. Davide vi uccise Golia. E Michelangelo ne fece una scultura sublime. In ogni caso, la differenza non era nella pietra, ma nell’uomo”. La pietra lanciata dal “pirata gentile”, nello stagno di una politica vecchia e malata, deve aver prodotto cerchi concentrici troppo grandi. Tanto da trasformare lo sciabordio in mareggiata, mettendo a rischio l’ozioso ancoraggio delle mediocri imbarcazioni da diporto. Per questo la spavalderia deve essere mortificata e l’orgoglio dello spirito domato. Nel nome di un fine più ampio, non necessariamente più nobile, che vede il destino della Puglia eternamente barattato per una mappa che non la riguarda.
 
E così siamo di nuovo a Davide contro Golia. Solo che questa volta i filistei vestono abiti decisamente familiari. La lotta si è fatta fratricida e non si capisce più se il gigante è sempre quello raccontato da Samuele o se trattasi, invece, di un novello Sansone, in preda alla sindrome paolina da cupio dissolvi. Il racconto biblico è troppo conosciuto, per non sapere come andrà a finire. Ciononostante si ha l’impressione che il Partito democratico pugliese fugga spedito verso il baratro, in preda alla paura di affrontare la prova finale delle primarie.
 
Il Pd è in balia delle onde. Nei mari di Puglia aveva il vento in poppa, ma ha deciso di invertire il senso di gara e ora si ritrova a veleggiare di bolina. Sembrava aver ritrovato l’entusiasmo e la forza decisa di una marcia collettiva verso il futuro. Ma i vortici della cattiva politica lo richiamano verso sguardi da statue di sale.
 
La base è in rivolta. Si affida speranzosa all’audacia tranquilla del Davide senza fionda, che ha deciso di non mollare e di guidarla, raccogliendo i versi finali della Lavalle: “Non esiste una pietra sul tuo cammino, che tu non possa usare per la tua crescita”.
 
di Antonio V. Gelormini

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