\"\"Ci siamo. Gli ultimi giorni della settimana, prima della quiete domenicale, sono stati caratterizzati dalle stesse tensioni, dalle stesse ansie, poi dallo dalo stesso silenzio che pesa sul mio ufficio. Sabato pomeriggio sono scappato a Collevecchio e sono slalito a piedi sulla collina fino all\’Abbazia di Farfa, che ha fama di guarire dallo
stress settimanale. Se ci credi. Su questo punto, verosimilmente delicato, non riesco a darvi una spiegazione chiara. Comunque sia,
l\’Abbazia è in grado almeno di alleviare il malumore, il dubbio, la noia e l\’assenza di tranquillità, che altro non sono se non forme
secondarie di esaurimento. Nervoso. Qui mi siedo su un masso e leggo il giornale. Cos\’è successo di strano oggi? Questo: la crisi del neonato Pd. Malato ancora prima di nascere.
"Non condividiamo il percorso intrapreso da Margherita e Ds di fondersi nel Partito Democratico, buttando letteralmente alle ortiche il passato e le connotazioni culturali di questi due singoli partiti". Lo dichiara, in una nota, Italo Intino, ex presidente del Consiglio del VI Municipio e uno degli esponenti dei circoli della Margherita
all\’interno del VI municipio che raccoglie 500 iscritti. "Il progetto del Pd non ci interessa – prosegue Intino – non fa parte della nostra cultura, soprattutto perché è stato imposto dai vertici che non hanno minimamente coinvolto la base. Per questi motivi abbiamo scelto di tirarci fuori e di passare con l\’Udc, partito al quale ancora riconosciamo una progettualità e una difesa di certi valori quali la famiglia e le radici cristiane. Un partito nel quale le diverse anime che lo compongono si confrontano sui programmi, è quello che noi cerchiamo e per questo siamo convinti della scelta fatta".
Dispiace anche a me. Della crisi del Pd? No, del fatto che sia nato. Ma non posso dirlo. Il politicamente corretto non me lo permette. Almemo per ora. Ma i giochi sono ancora aperti. Lo so. Si avvicina furtivamente un amico. "Ti ho fatto paura, vero?" "Possibile" dico "Stavo leggendo di transfughi dala PD all\’Udc". Per tutta risposta lui
tira fuori una bottiglia dal vano portaoggetti dell\’auto e me la tende goffamente. "Non voglio la grappa" dico "Voglio leggere. Sono venuto per leggere. "Su, non fare il bambino" risponde "questa la fanno i frati. E\’ squisita!" L\’accetto e continuo la lettura.
Per il segretario regionale dell\’Udc Luciano Ciocchetti "si tratta di un segnale politico importante, che tutti noi aspettavamo. Non posso che esprimere soddisfazione per l\’adesione di Intino e dei circoli che lavorano sul territorio a servizio della gente al progetto dell\’Udc.
Non poteva andare diversamente. La fusione tra Margherita e Ds, fatta in maniera verticistica, ha praticamente cancellato la storia, la cultura, il background di due partiti, che vengono da percorsi politici differenti e uniscono in un unico partito, egemonizzato dai vertici dei Ds, profili politici troppo diversi per costruire un progetto unitario.
I democristiani non possono aderire al progetto del Pd, ma lavorare per costruire un\’area di centro forte e alternativa". "Spero che la mossa di Intino faccia proseliti – conclude Ciocchetti – le porte dell\’Udc sono aperte a tutti coloro che non entreranno a far parte del Pd".
Terminata la lettura, mi rivolgo al mio amico dicendogli "Bisognava proprio non avere tutte le rotelle a posto per pensare che il Pd avrebbe avuto vita facile." Con la fronte aggottata, lui mi saluta e se ne va. Ora, solo, continuo a riflettere: troppo incredibile, o troppo poetico, per essere vero.
Quando la poesia -in questo caso il Pd- compare inaspettatamente nella vita, siamo stupiti, siamo incantati, ma poco dopo ci rendiamo conto che siamo stati presi per i fondelli, che era un pacco, una fregatura. Dubito fortemente che sia possibile superare le differenze storiche profonde che dividono i Ds dalla Margherita. i numeri sanciscono che i cattolici praticanti stanno abbandonando il centrosinistra a vantaggio del centrodestra.E che tradotto suonerebbe appunto così: no al Partito democratico, che c\’entra la tradizione cattolica della Margherita con quella socialista dei Ds? Ma non era meglio restare ognuno nella loro casa, anziché appiccicare pezzi diversi mascherando un\’intesa che non c\’è. "Partito" implica una parte, non il tutto. Un partito non nasce così. In ogni caso non c’è mai stato tra Ds e Margherita quel clima solidale, disinteressato, generoso che sarebbe dovuto esserci tra chi sta per lanciarsi in una nuova impresa comune. Difatti la fusione tra questi due partiti non ha prodotto una vera novità politica ma
semplicemente un altro partito, uguale ai precedenti, con cariche lottizzate e quindi perfino meno attraente degli attuali. Ed è per questo motivo che molti esponenti della Marherita staano passando all\’Udc. Questa fusione, calda o fredda che sia, riflette un’immagine di processo funzionale al sistema politico, non all\’Italia. Mi alzo.
Raggiungo a passi lenti la mia macchina. Parto. Imbocco lentamente la strada che mi riporterà a Collevecchio. Il paese di mia moglie. E di mio padre. Improvvisamente un carro bestiame esce rumorosamente dal sentiero sterrato. Mi addosso con la mia Opel Corsa rossa al bordo della strada, facendo un cenno della mano al camionista, con
l\’espressione crucciata di chi vede la propria nazione sempre più in preda ai deliri nostalgici di antichi bolscevichi. A questo punto tutti si sono accorti che non tutta la Margherita romana sta aderendo effettivamente al Pd. Infatti parti importanti della Margherita, stanno già trovando una scusa per andarsene. E l’Udc è pronto a fare la
propria parte: la casa dei democristiani è l\’Udc. Del resto i cattolici che vogliono fare politica lo sanno. E l\’Udc è ben contenta di ricevere questi transfughi per rafforzare l’area moderata della politica italiana. Certo, per ora l\’Udc non ha ancora il “fascino del potere”, ma che il centrosinistra sia vicino al collasso lo capiscono tutti. Il resto verrà da se. L’Udc è un partito solido, attestato al 7%, che sta lavorando per allargare il fronte moderato, ma è chiaro che il suo ruolo è essenziale. Senza l\’Udc non si costruisce nulla, essendo forse il solo partito moderato con il fascino della coerenza e della prospettiva. E che ha capito da tempo che il Muro di Berlino non c\’è più. Okay, non condividete quello che ho scritto? Siamo d\’accordo. Riteneto questo mio ragionare un riflettere contro ogni buon senso? Va bene lo stesso. Nessun problema. Comunque sia, le cose cambiano.

Mario Pulimanti

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