Dall’isolante derivante da materie riciclate e rinnovabili, al componente fotovoltaico sviluppato per l’integrazione architettonica, fino a tecnologie di upcycling deep-tech che danno nuova vita agli scarti tessili: sono solo alcune delle innovazioni presentate a Klimahouse 2023 che contribuiranno a ridefinire il settore dettando le ultime tendenze del costruire negli anni a venire.

In uno scenario in cui l’architettura del futuro passa da edifici a basso impatto ambientale e mira sempre più al raggiungimento della neutralità energetica – che le normative europee pongono come obiettivo entro il 2050 – è indispensabile sviluppare un nuovo modo di costruire e riqualificare, moderno ed efficiente, ma soprattutto sostenibile e sempre più orientato all’economia circolare.

Una sfida alla quale rispondono proprio le aziende e le realtà emergenti più attive nel campo della ricerca di materiali da costruzione sostenibili, smart e ad alte prestazioni. Tra le imprese più virtuose, ce ne sono quattro che in occasione della 18esima edizione della manifestazione internazionale sull’efficienza energetica ed il risanamento in edilizia, sono state insignite del Klimahouse Prize: il prestigioso riconoscimento istituito in collaborazione con il Politecnico di Milano dedicato alle eccellenze del settore che si sono distinte con il loro contributo innovativo per il futuro dell’architettura sostenibile.

A distinguersi per l’innovazione tecnologica e la capacità di favorire l’integrazione architettonica con un occhio alla sostenibilità è stato Skala. Sviluppato da Sogimi S.P.A. questo componente fotovoltaico all’avanguardia trasforma il tradizionale involucro verticale in un generatore di energia. Grazie ad appositi agganci di connessione che permettono la realizzazione di una facciata ventilata, Skala garantisce un’elevata facilità di montaggio e consente la futura ispezionabilità del componente. Una proposta che fa leva sulle teconologie di ultima generazione per coniugare sostenibilità e integrazione architettonica.

Neodur WTRX A+ invece, del Gruppo Poron srl, è un isolante con goffratura e tagli rompitratta in polistirene espanso ottenuto da materie prime rinnovabili derivanti da biomassa, come sottoprodotti di rifiuti organici. Progettata per garantire il migliore isolamento possibile degli edifici, questa soluzione che minimizza l’impatto sulle risorse naturali, è studiata per soddisfare le esigenze di ampie fasce di utenti.

Ad arricchire il panorama dei materiali sostenibili più innovativi e ad alte prestazioni, Calcedicampo Bio-Intonaco di Calchèra San Giorgio, l‘intonaco costituito da un composto equilibrato di materie riciclate quali calce pura naturale e sabbia da gusci d’uova, ceneri amorfe di lolla di riso e cocciopesto, tutte derivate dalla filiera agroalimentare e dal laterizio. Con la sua forte ispirazione ai principi dell‘economia circolare, questa soluzione, che utilizza materiali riciclati biologici per la tutela dell’ambiente e della salute delle persone, si caratterizza per l’elevata traspirabilità e la capacità di minimizzare i fenomeni di condensa superficiale.


Il comparto delle energie e dei materiali rinnovabili per l’edilizia non sta vivendo solo un momento di grande attenzione mediatica e culturale, ma è diventato un settore sempre più capace di attrarre imprese e investitori, a partire dalle grandi aziende ma passando anche da startup, scaleup e altre società innovative. Una propulsione testimoniata anche dal numero di realtà emergenti che a Klimahouse 2023 hanno messo in mostra le migliori soluzioni per le città del futuro. A spiccare tra le proposte più promettenti presentate dalle startup emergenti nel segno della transizione energetica, è stata Nazena con la sua attività di upcycling deep-tech. Grazie all‘innovativo processo di riciclo delle fibre, già brevettato, la giovane azienda dà nuova vita agli scarti tessili industriali trasformandoli così in prodotti green. Anche in questo caso una soluzione di valore in un’ottica di economia circolare che porta il recupero e la sostenibilità nell’industria della moda, trasformando i vestiti di ieri nelle risorse produttive di domani.