\"\" Il 31 ottobre, con il calar della notte, torna la Festa di Halloween, che corrisponde alla festa cristiana di Ognissanti: Streghe, fantasmi e zucche sono i protagonisti dell\’evento. La parola Halloween ha origine anglosassone, si pensa che derivi da una contrazione della frase "All Hallows Eve" ovvero la notte di Ognissanti. I colori che rievocano questa ricorrenza sono l\’arancio che richiama il colore del grano mietuto ed il nero che ricorda il buio dell\’inverno. Cospicue le tradizioni che accompagnano questa festa: chi bussa alle porte canticchiando l\’intramontabile filastrocca "dolcetto o scherzetto", chi prepara dolci e chi organizza serate da trascorrere in compagnia davanti a grandi falò. Le usanze variano da paese a paese, ma gli ingredienti e l\’atmosfera sono sempre gli stessi: zucche e melograno. Il melograno è uno dei condimenti per preparare i cosiddetti "cicce cutte", chicchi di grano cotto conditi con melograno, pezzi di cioccolato, mosto cotto e noci, che donano un sapore agro-dolce molto piacevole al palato. Si narra che i "cicce cutte" rappresentano la vita che rinasce nell\’aldilà. In occasione sia a Lucera che a Sant\’Agata di Puglia viene organizzata la sagra per onorare i defunti. La zucca, tagliata e trasformata, prende le sembianze di un viso che, illuminata da spettrali candele poste all\’interno, collocata sui marciapiedi, davanti alle case e sui davanzali, rappresenta le anime erranti e, secondo la credenza popolare, fa ritrovare al defunto la casa dove era vissuto. A Faeto in onore ai defunti si organizza la processione "De le coccè demmonè"; consiste nel rito delle zucche illuminate che percorrono le strade del paese per tenere lontano gli spiriti maligni. Stesso scenario è la festa dei "Fuca cost e cocce de Priatorije", dei falò e delle teste del purgatorio; un appuntamento da non perdere, quello del 1° novembre ad Orsara di Puglia, una tradizione che si rinnova intatta sempre con le stesse peculiarità: fuoco e culto dei morti. Questa tradizione affonda le proprie radici tra religione e credenze popolari: le anime dei defunti attraversano in processione il paese dopo la mezzanotte, passando vicino ai falò per riscaldarsi e in loro onore, si consumano cibi poveri ma di significato simbolico (grano lesso e castagne cotte sotto la brace). La festa – animata dalla buona musica e da balli tradizionali – vede protagoniste maschere, zucche artistiche, fantasmi e streghe che girovagano per le piazze, rallegrando la folla di gente. Nel corso della sera è possibile degustare la genuinità dei prodotti tipici locali messi a disposizione nelle tavole attigue ai falò. Da parte degli orsaresi vi è una vigorosa lavorazione delle zucche, perché nella piazza principale, dopo l\’esibizione di gruppi di artisti, viene premiata la zucca più caratteristica. Al termine della premiazione, nei vari quartieri si accendono i falò, localmente chiamati "fuca coste", circondati da veri appassionati, pronti a degustare prodotti locali e a scaldarsi, considerando il rigido freddo. Il falò più smisurato è quello che arde nella piazza principale, con rami di ginestra, perché l\’arbusto ardendo si volatilizza facilmente e solo in questo luogo i "fucacoste", ardono numerosissimi per tutta la notte, bruciano insieme alle ginestre, sprigionando un odore soave.  
  

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