A 6 anni dal terremoto del 2002, a Celenza Valfortore sono ancora una cinquantina le persone che devono fare rientro nelle proprie case mentre le unità abitative su cui realizzare interventi di ripristino dell’agibilità sono in tutto una trentina. Senza finanziamenti e tuttora inagibili, inoltre, restano 67 fabbricati classificati come seconde abitazioni. “I fondi arrivano con il contagocce, qui il tempo sembra essersi fermato e le ferite del sisma sono ancora visibili – ha dichiarato Francesco Santoro, sindaco di Celenza – Bisogna imprimere un’accelerazione in modo che si possa almeno completare la ricostruzione delle prime case e far rientrare le persone nelle proprie dimore. Per non parlare delle secondo abitazioni che, in assenza di interventi, corrono il rischio di diventare rifigi per animali con tutti i rischi che ne conseguono”. Per quanto riguarda la situazione nel dettaglio, sono stati finanziati interventi inerenti 19 unità abitative con uno stanziamento complessivo di poco più di 2 milioni e 800 mila euro. Restano ancora senza intervento altre 9 unità abitative di classe A, 11 di classe B (la prima abitazione con ordinanza di sgombero parziale) e 11 unità abitative di classe C (prima abitazione senza ordinanza di sgombero). Inoltre, restano ancora in attesa di interventi 71 fabbricati rurali. I nuclei familiari che sono ancora fuori dalle proprie case sono 21, per un totale di 51 persone (subito dopo il sisma i nuclei familiari erano 42 per circa 95 persone senza tetto). Anche a Celenza le buone notizie giungono dalla situazione delle chiese. Già dall’anno scorso, infatti, è stato possibile riaprire, seppur parzialmente, la chiesa madre “Santacroce”. Oggi, la struttura religiosa è totalmente agibile perché anche l’altare maggiore che necessitava di interventi per la completa agibilità della chiesa è stato messo in sicurezza. E così, da più di un anno, le celebrazioni religiose non si svolgono più nel parcheggio sottostante la piazza del paese trasformato, dal 2002, in una vera e propria chiesa d’emergenza. Negli ultimi mesi è tornata agibile anche la chiesa della “Madonna delle Grazie” mentre restano chiuse tutti gli altri edifici sacrie. Nonostante il paese, in questi ultimi anni, abbia dovuto fare i conti con i problemi causati dal terremoto, l’economia celenzana è cresciuta ugualmente. A sostenerlo l’indagine de “Il Sole 24 ore” che, nell’agosto scorso, ha pubblicato uno studio sui redditi medi dei comuni italiani. 

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