| Lo spreco alimentare in Italia non è uniforme e disegna una vera e propria frattura territoriale. «Nel Nord Italia lo spreco domestico medio settimanale pro capite è di 515,2 grammi(–7% rispetto alla media nazionale), nel Centro scende a 490,6 grammi (–12%), mentre nel Sud sale a 628,6 grammi, +13% sopra la media» sottolineano gli analisti di Ener2Crowd, la piattaforma ed app numero uno in Italia per gli investimenti ESG, basandosi sull’analisi dei dati di Waste Watcher International, International Center for Social Research ed Eurostat.
Una differenza che riflette disuguaglianze economiche, infrastrutturali e di accesso ai servizi. «Dove il reddito è più basso e i servizi meno efficienti, lo spreco tende ad aumentare» spiegano gli analisti della piattaforma specializzata negli investimenti ESG.
Il calo previsto per il Natale 2025 riguarda tutto il Paese, ma non riduce il divario geografico, che resta uno dei nodi centrali da affrontare per rendere davvero efficace l’economia circolare anche a tavola.
A Roma —ad esempio— lo spreco alimentare domestico durante le festività natalizie (dal 24 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026) è stimato da Ener2Crowd in 551,9 grammi pro capite, mentre il valore a Milano sale a 551,9 grammi. Anche se poi, considerato il numero di abitanti, lo spreco totale a Roma è più elevato: 40.525 tonnellate contro le 34.043 tonnellate di Milano. |