Gli olivi devono tornare a colorare di verde la campagna salentina. Non è possibile che una coltivazione ultramillenaria possa essere abbandonata a seguito dei guasti della xylella. Tra le iniziative per ripristinare il “mare verde” del Salento, l’Associazione “Olivami”, nata a Carpignano salentino, in una zona particolarmente vocata alla coltivazione olivicola, ha lanciato sul web (www.olivami.com) l’adozione a distanza di uno o più olivi di nuova generazione, piantando per ogni olivo adottato, un nuovo olivo delle varietà resistenti alla xylella.

L’iniziativa ha avuto un immediato riscontro da parte di Mario Vadrucci, Presidente della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato. Il Presidente Vadrucci, infatti, ha adottato il primo olivo, recandosi direttamente nelle campagne di Carpignano, insieme ai fondatori dell’Associazione, Alessandro Coricciati, Simone Chiriatti, Cosimo Valente, Christian Caracuta e Gianfranco D’Amico. “Il gesto non è soltanto simbolico – ha sottolineato Mario Vadrucci – perché la Camera di Commercio è fortemente impegnata a sostenere le attività delle imprese agricole e dei singoli coltivatori, fortemente convinta che la coltivazione dell’olivo non possa essere abbandonata per quello che rappresenta nell’agricoltura salentina”.

L’Associazione “Olivami”, intanto, approfittando del “testimonial” d’eccezione, ha ricordato che, per ogni olivo adottato, viene riconosciuto simbolicamente ogni anno un litro di olio d’oliva EVO, insieme ad un certificato attestante la quantità di CO2 sottratta all’ambiente. Oltre che essere adottati, gli olivi possono essere anche regalati, il tutto via internet.

La rete, insomma, al servizio di questa iniziativa che ha come obiettivo quello di raccogliere fondi che saranno devoluti direttamente agli agricoltori della zona per sostituire gli olivi colpiti dalla xylella. La riforestazione degli uliveti del Salento, restituendo tradizioni e cultura antichissime, amplierà quindi – attraverso questa iniziativa – il proprio pubblico di riferimento, in modo che i social e la rete possano rappresentare il “passaparola” che potrà rendere tutte le persone particolarmente sensibili alla difesa dell’ambiente, “complici” e protagonisti di questa avventura che è tutta da scrivere.