- La quota sul totale privati scende al 20,8%
- Le elettriche BEV salgono all’8,1%, quota tripla rispetto ai privati senza partita IVA e superiore alle società
- Analisi inserita nel Piano Statistico Nazionale dell’ISTAT per il triennio 2025-2028
Il 2024 segna una sostanziale stabilità per il mercato delle immatricolazioni di auto da parte dei privati con partita Iva, che si attestano a 190.286 unità, con una leggera flessione dello 0,6% rispetto al 2023 in cui furono immatricolate 191.400 vetture. Questi risultati, elaborati dal Centro Studi e Statistiche UNRAE in collaborazione con l’ISTAT, mostrano una flessione leggermente inferiore rispetto al mercato generale (-0,8%), ma una tendenza opposta rispetto al totale delle immatricolazioni ai privati, che ha registrato un incremento del 3,7%. La quota delle immatricolazioni da parte dei privati con partita IVA rispetto al totale privati si conferma sui livelli più alti dell’ultimo decennio con il 20,8%, nonostante il calo dal 21,7% del 2023.
Nel 2024, il fatturato generato dagli acquisti dei privati con partita IVA si attesta a 6,95 miliardi di euro, in lieve calo rispetto ai 7,03 miliardi del 2023, complice anche un prezzo medio di acquisto leggermente in calo (-0,7% a circa 36.500 €). Tra le categorie di acquirenti all’interno del segmento delle partite IVA, le Imprese individuali confermano la leadership e una stabilità dei volumi (+0,1%), con 117.207 unità e una quota che sale al 61,6% (+0,4 p.p.). Al secondo posto si conferma la categoria dei Professionisti, in lieve calo con 39.782 immatricolazioni (-0,9%) e una quota sostanzialmente stabile al 20,9% (21,0% nel 2023), all’interno dei quali i più numerosi sono gli Studi legali e i Commercialisti stabili rispettivamente a quota 4,2% e 2,7%. In terza posizione per numero di immatricolazioni troviamo gli Agenti di commercio (al 9,7%, -0,7 p.p.), seguiti dagli Agricoltori con una quota in crescita al 7,8% (+0,3 p.p.).
In base alle preferenze per alimentazione, le vetture BEV (elettriche pure) guadagnano 1 punto di share, salendo all’8,1%, con una quota tripla rispetto a quella dei privati senza partita IVA al 2,7% e superiore a quella delle società al 6,1%.