Lo studio dimostra che la flessibilità lavorativa e la digitalizzazione contribuiscono ad aumentare la Diversity & Inclusion nelle aziende del Mid Market     ·         In Italia, nel 2023, le donne ai vertici aziendali (ruolo di CEO) sono salite al 24% (dal 20% del 2022), così come quelle con ruoli nel senior management (34% rispetto al 30% dell’anno precedente). Il nostro paese si posiziona nella media dell’Eurozona.

·       A livello globale, rispetto al 2022 aumentano sia la percentuale di donne CFO, che passano al 38%, le donne COO al 25% e le donne CEO al 28%.

 

Milano – Secondo il Rapporto annuale Women in Business*, curato dal network di consulenza internazionale Bernoni Grant Thornton, rispetto allo scorso anno si registra un aumento a livello globale del numero di donne in posizione di senior leadership (32,4%, con uno 0,5% in più rispetto all’anno precedente), di CEO donne, ora al 28%, di CFO donne (38%) e di COO donne (25%). Secondo il report, continuando a seguire questa tendenza, le posizioni di senior management occupate da donne arriveranno al 34% nel 2025 e al 36,5% nel 2030.

 

A livello globale il report evidenzia che tutte le macroaree analizzate hanno superato la soglia del 30% di donne che ricoprono ruoli dirigenziali, pur con una lieve diminuzione nelle aree del G7 e Nord America, che si confronta con una crescita sostenuta in Sud Europa e ASEAN. L’Eurozona si è mantenuta stabile al 33%.

Nel 2023 le nazioni ai primi posti per donne ai vertici sono Singapore e Filippine (49%) e Sud Africa (41%). I settori con il maggior numero di donne ai vertici sono quelli dell’Oil & Gas (39%), dell’Healthcare (38%) e dei Servizi Finanziari (38%); viceversa, quelli con la percentuale più bassa sono Utilities nei comparti elettricità, gas e acqua (25%) e, infine, Trasporti e Real estate (29%).

 

Per quanto riguarda la situazione in Italia, secondo il rapporto le posizioni di CEO occupate dalle donne nel 2023 sono aumentate sensibilmente rispetto al 2022, con il 24% di donne ai vertici aziendali (prima erano il 20%) e il 34% nei ruoli nel senior management (30% nel 2022), portando così l’Italia nella media europea. Allo stesso tempo, risulta in forte calo la percentuale di aziende senza presenze femminili nel senior management, che attualmente si assesta al 7% (-5% rispetto allo scorso anno), portando così l’Italia a posizionarsi virtuosamente ai primi posti dell’Eurozona.

Il rapporto mette inoltre in luce alcune tendenze che hanno preso avvio in epoca post-pandemica: da un lato la diffusione di pratiche aziendali sempre più inclusive, pensate per attrarre i potenziali dipendenti e trattenere i talenti e, dall’altro, la correlazione positiva tra flessibilità dell’ambiente di lavoro e percentuale di donne ai vertici: nelle aziende che hanno adottato un modello di lavoro ibrido, infatti, la percentuale di donne ai posti di comando è pari al 53%, in quelle che hanno adottato un sistema “fully flexible” la percentuale si è attestata all’8%, mentre in quelle prettamente office basedil dato si è abbassato al 36%. Questo avviene perché, per cercare di conciliare vita lavorativa e privata, le donne sono costrette a considerare lavori part-time che possono rallentare la loro carriera professionale.

 

Infine, dallo studio emerge che un numero crescente di aziende del Mid Market sta implementando l’adozione di misure per creare una cultura più inclusiva e trattenere i talenti femminili, promuovendo l’equilibrio tra lavoro e vita privata e/o flessibilità per i dipendenti (55%, +8% rispetto al 2022), introdurre nuove pratiche di lavoro per coinvolgere in modo più ampio tutte le figure professionali, incluso il lavoro virtuale e flessibile (59%, 15% in più rispetto al 2022) e creare un ambiente di lavoro in cui tutti i colleghi possano condividere idee, problemi e domande (55,5%, 11,5 punti in più).

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Come evidenziato dai dati della ricerca, oggi più che mai è fondamentale integrare all’interno dei processi aziendali strumenti idonei per promuovere attivamente la flessibilità, l’inclusione e il benessere psico-fisico dei collaboratori” – commenta Stefania Gandini, Head of Communication di Bernoni Grant Thornton. “Il trend è ormai chiaro: più le persone si sentono coinvolte in un ambiente inclusivo e attento alle loro esigenze, più sono motivate, con ricadute positive anche per la produttività aziendale”.

 

Gigliola Pirotta, Responsabile Labour Law di Bernoni Grant Thornton, commenta: “Il numero di donne ai vertici delle aziende del nostro paese sta aumentando di anno in anno, permettendoci di allinearci ai valori medi dell’Eurozona. Tuttavia, – prosegue – la strada è ancora lunga e sono molte le riforme da attuare e gli stereotipi di genere da superare. In Bernoni Grant Thornton cerchiamo di  impegnarci quotidianamente alla creazione di un ambiente inclusivo in cui ogni dipendente possa esprimersi al massimo delle sue capacità e di attribuire valore non soltanto ai risultati  ma anche alle relazioni e ai talenti”.

 

*Il Rapporto “Women in Business” fa parte del Grant Thornton International Business Report (IBR), indagine sulle aziende del mid market, lanciata per la prima volta nel 1992, che fornisce informazioni sui punti di vista e sulle aspettative di oltre 10.000 aziende in 30 economie di tutto il mondo. I dati utilizzati per quest’ultimo Rapporto sono emersi dalle interviste online e telefoniche realizzate da ottobre a dicembre 2022 con CEO, CFO, Presidenti e altri dirigenti senior di tutti i settori industriali.