\"\"In un contesto Nazionale ed Europeo difficile e che segna il passo, nella crescita economica,il sud è ancora più a sud di quanto già non sia,le oligarchie politiche si stanno connotando nell’ultimo periodo storico, come strutturazioni di potere atte a raccogliere il consenso, senza fare nulla o poco meno,per attuare i programmi elettorali con i quali si presentano ai cittadini per avere il consenso.
Ed in questa situazione,al limite della normalità, che vanno calati gli sforzi di chi cerca di aprire un’attività d’impresa,l’Italia arranca ed il sud è fanalino di coda in una competizione Nazionale,Europea,e mondiale che lo vede protagonista,che fare?
Sarebbe necessario,attuare programmi di investimenti per il mezzogiorno, mirati e costruiti su misura, per il territorio cui sono destinati,se è vero com’è vero, che molti finanziamenti Europei,negli anni scorsi non sono stati sfruttati è altresì vero che molti progetti Europei così come erano stati costruiti, non permettevano ed in molti casi non permettono,l’accesso a comuni,ed enti territoriali meridionali,perché mal si conciliano con le istanze e le vocazioni che in quel territorio vi sono,questo vuol dire che manca una reale sinergia fra quello che dovrebbe esser fatto e quello che qualcuno vorrebbe che si facesse,manca un vero collante fra il mondo della impresa ed il sistema legislativo Nazionale prima ed Europeo dopo.
L’impresa nel mezzogiorno d’Italia, è e va resa strutturale al territorio,chi opera, opera tra mille difficoltà,mentre chi tenta di adeguarsi al sistema,non potrà che essere vittima del sistema,restringendo lo spazio di autonomia della propria attività economica,che per sua natura,dovrebbe essere un’attività libera e scevra da condizionamenti esterni che non siano strettamente correlati alla propria attività economica,questo vuol dire limitare l’economia,limitare l’impresa e assoggettare un territorio.
In tutto questo quadro,in tanti anni, poco è stato fatto a livello legislativo,magari inasprendo le pene per chi commette reati, nei confronti di chi esercita un’attività economica e dunque di utilità sociale,tale che, dovrebbe essere tutelata in varie forme per dare sempre più forza e autonomia dello Stato apparato; sarebbe dunque opportuno e necessario aumentare le pene per chi commette reati nei confronti di chi esercita un attività economica, ridurre le imposte sulle imprese nel mezzogiorno d’Italia nei loro primi vent’anni di attività, costruire delle reti legislative calzanti il territorio nelle quali le stesse devono essere utilizzate, perché la nostra è una Nazione divisa in due grandi macroregioni, Nord e Sud ed all’interno delle stesse vi sono altre numerose differenze sia come poli di eccellenza e sia di gap economici ed infrastrutturali.
Lasciare soli coloro che tentano di dare voce e testimonianza ad un sud sfregiato è un’ennesima beffa,costruire dei percorsi legislativi utili è un dovere,attuare politiche mirate è una necessità,tutto questo potrebbe diventare realtà se solo chi governa,i grandi comuni metropolitani,le province,le regioni,riuscisse a costruire un forte patto etico e sociale con la comunità e l’elettorato tutto,per fare questo però dovrebbero mutare gli atteggiamenti faziosi delle singole parti, mutare le sensibilità reali e presunte degli eletti, mutare le posizioni a volte distratte di chi dovrebbe esser preposto al controllo,è insomma una alchimia di elementi che dovrebbero rientrare in un più ampio e condiviso processo culturale bipolare, che dovrebbe coinvolgere tutti coloro che ricoprono attività di pubblica amministrazione senza distinzione di colori politici nella manifestazione delle volontà da attuare nel perseguire un reale processo di sviluppo, le differenze potrebbero esserci ed è giusto che ci siano nei progetti,che possono essere si diversi, ma univoci nel rimuovere gli ostacoli per lo sviluppo del mezzogiorno d’Italia,lasciare e pensare che chi esercita una libera impresa possa da solo rimuovere i gap incrostati da decenni è mera utopia.
L’auspicio, è che nei prossimi decenni, si inizino a porre in essere delle politiche regionali federate mirate alla costruzione di un mezzogiorno nuovo,un mezzogiorno, che possa diventare il vero nord del sud del mondo, che sempre più affannosamente si affaccia alle nostre porte,con il volto tumefatto degli ultimi e dei più deboli,deve esser costruita una nuova politica e cultura meridionalista, che divenga leva e strumento,muscolo allenato per far rialzare un mezzogiorno,che avrà un suo futuro,un futuro che scippato dalla storia, gli deve essere riconsegnato.
 
di Luigi Ruberto – Capitanata.it

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