L’Osservatorio dell’Associazione DONNE 4.0 vuole misurare con indicatori oggettivi e quantitativi se le ingenti risorse impatteranno concretamente sul raggiungimento della parità di genere, valutando tutte le Missioni del PNRR.

Roma –  L’Osservatorio lanciato dall’Associazione Donne 4.0 nel 2021 per misurare l’impatto del PNRR chiusura del divario di genere, è nuovamente protagonista il giorno dell’8 marzo in un incontro a Palazzo Taverna dal tema “Misuriamo l’impatto del PNRR sulla parità di genere”.

Il PNRR rappresenta una occasione unica per l’Italia per diventare un Paese moderno e innovativo. Un Paese sostenibile, inclusivo, efficiente e digitale che possa offrire prosperità ed equità a tutti i suoi cittadini. Le tecnologie sono il cuore della transizione digitale che sta ridefinendo il futuro del Pianeta. Alla costruzione di questo futuro manca però un tassello fondamentale: una adeguata presenza e valorizzazione delle donne, una miniera di talenti su cui investire per accelerare il cambiamento e per azzerare il digital gender gap. Nasce da qui l’Osservatorio sul Gender Gap promosso da Associazione Donne 4.0 che si pone l’obiettivo di verificare costantemente l’attenzione al tema del gender Gap nell’implementazione del PNRR .

L’Osservatorio farà le sue valutazioni sulla base degli indicatori più importanti (Key Performance Indicators) individuati fino ad oggi dall’Associazione Donne 4.0 per monitorare l’impatto positivo del PNRR sull’occupazione femminile in ambito digitale:

  • l’azzeramento, entro il 2026, del gender gap per l’accesso ad internet e l’azzeramento del divario di genere nelle competenze digitali di base, senza cui non può esserci partecipazione attiva e protagonismo civile e sociale delle donne;

  • l’inserimento di una clausola di condizionalità nei bandi con quote del 30% di donne nelle assunzioni del PNRR relative a progetti di investimento nel digitale;

  • misure premiali nei bandi PNRR per imprese ed enti che certifichino la presenza del 35% di donne nei team di creazione e sviluppo di progetti digitali;

  • l’incremento, entro il 2026, dell’occupazione delle donne nel settore ICT al 35% e il raggiungimento della parità, ovvero il 50%, entro il 2030;

  • il raggiungimento, entro il 2026, del 45% di donne presenti nei CdA di imprese quotate, il 40% di donne nei Cda di imprese private e pubbliche non quotate e il 35% di donne in posizioni apicali, per riconoscerne concretamente l’autorevolezza nei contesti decisionali – pubblici e privati – del mondo digitale;

  • il raggiungimento di una quota del 45% di donne nei tavoli decisionali per la creazione di piattaforme di smart cities, smart economy e smart environnement;

  • La certificazione di genere obbligatoria nelle aziende tecnologiche.

L’evento dell’8 Marzo, data scelta perché giornata internazionale della donna, rappresenta un momento di condivisione dei primi risultati, di monitoraggio e approfondimento dei modelli e strumenti di misurazione in atto, con un focus sulla certificazione di genere e sui risultati del W20 Italy, l’engagement group del G20 dedicato alla parità di genere.

A confermare l’importanza e il valore dell’Osservatorio anche per il governo e le rappresentanze femminili al suo interno, la presenza tra i relatori di Assuntela Messina, Senatrice e Sottosegretario Ministero dell’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, Elena Bonetti, Ministra Pari Opportunità e Famiglia, Maria Cecilia Guerra, Sottosegretaria Ministero Economia e Finanze, oltre a studiose di Atenei, rappresentati di Fondazioni e Associazioni.

L’Osservatorio sul PNRR dell’Associazione Donne 4.0 è stato istituito con lo scopo di valutare e identificare gli obbiettivi diretti e indiretti dedicati alle donne e verificare l’efficacia delle azioni realizzate tramite la definizione di misure precise e quantificabili.

Il tasso di occupazione femminile in Italia è intorno al 50% con un divario di ben 12 punti rispetto a quello europeo del 62%. In Italia, la percentuale di donne nei livelli esecutivi è solo del 17%. Il World Economic Forum classifica l’Italia solo al 63esimo posto su 153 paesi nella classifica del gender gap.

Secondo il Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality (EIGE), l’Italia si colloca attualmente al 14° posto, con un punteggio di 63,5 punti su 100, inferiore di 4,4 punti alla media UE82.

Questi dati allarmanti possono migliorare solo se, le risorse del PNRR saranno indirizzate in modo diretto e incisivo a chiudere il gender gap” sottolinea Darya Majidi Presidente e Fondatrice dell’Associazione Donne 4.0.

Il PNRR rappresenta quindi un’occasione unica per accelerare la chiusura del divario di genere in Italia. Con il nostro Osservatorio vogliamo misurare con indicatori oggettivi e quantitativi se e come le ingenti risorse disponibili impatteranno concretamente sul raggiungimento della parità di genere.

Ad oggi abbiamo analizzato nel dettaglio i primi 51 obiettivi realizzati dal PNRR nel 2021, principalmente di carattere qualitativo, insieme ai primi bandi di gara. Emerge da subito una situazione in chiaroscuro, con punti di forza e misure connesse direttamente alla valorizzazione delle donne (vedi il fondo Impresa donna, la certificazione obbligatoria di genere, gli appalti con criteri di genere, quote di 40% nelle ricercatrici), ma anche criticità che desideriamo segnalare perché auspichiamo si possano introdurre dei correttivi nel prosieguo del Piano” conclude Darya Majidi.

L’obiettivo è quindi l’azzeramento del gender gap in tutte le sue forme per evitare che le donne siano confinate in ruoli e settori economici tradizionali, meno remunerati e non trainanti per l’innovazione e la competitività del Paese.

Claudia Segre, Presidente e Fondatrice di Global Thinking Foundation, partner dell’iniziativa, ha sottolineato alcuni concetti chiave: “La pandemia lascia un bilancio negativo in termini di costi sociali ed economici, che si riflettono in una più ampia e diffusa consapevolezza della gravità delle sfide che abbiamo davanti. Ed è su queste sfide che si permea lo sforzo di realizzazione da parte dei Governi dell’UE di una nuova politica europea di lungo termine, ove solamente l’implementazione di progetti lungimiranti misurabili – con indicatori di performance chiari e trasparenti – potranno rappresentare un’occasione unica per alimentare un moto virtuoso dal basso, partendo proprio dai territori, per i territori. Una piena realizzazione del PNRR permetterà, così, una proiezione competitiva a livello internazionale, ancora più decisa e significativa per il Paese.”

Nel 2021 l’Osservatorio si è quindi focalizzato sugli obiettivi (milestone e azioni) delle 6 Missioni del PNRR (Transizione digitale – Rivoluzione verde e transizione ecologicaInfrastrutture per una mobilità sostenibileIstruzione e ricercaInclusione e coesioneSalute), al fine di misurare concretamente, ex ante, l’impatto del piano sul divario di genere su scala più ampia. Da qui è già emersa una prima analisi con alcuni elementi positivi, quali l’approvazione del Fondo per l’Imprenditoria femminile, la certificazione obbligatoria di genere, il quorum minimo di 40% di ricercatrici, criteri di genere negli appalti ed il bilancio di genere richiesto in alcuni bandi.

L’aspetto negativo e preoccupante invece è rappresentato dal fatto che la maggior parte delle misure adottate vengono considerate non classificabili secondo una prospettiva di genere oltre alla presenza di deroghe alle clausole di condizionalità nelle assunzioni femminili.

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