A cura di Alessio Branchesi, Country Manager per l’Italia di Pure Storage
Realismo e rimpatrio dei dati definiranno l’AI nel 2026
Terminato il picco di entusiasmo, le società sono molto più realistiche riguardo ai progetti di AI che avvieranno o porteranno avanti. I leader aziendali hanno tre ruoli: aumentare la redditività, far crescere il business e mitigare il rischio. L’AI offre un modo per avere successo in tutti questi ambiti, se implementata correttamente. Le possibilità offerte dall’AI in termini di maggiore efficacia dei processi, automazione delle attività ripetitive, approfondimento della conoscenza dei clienti e ottimizzazione delle operazioni sono enormi. Tuttavia, le imprese sono sopraffatte dalla quantità di scelte e soluzioni frammentate. Il 2026 porterà un forte consolidamento degli ecosistemi AI. I progetti di AI che supportano i tre ruoli sopra menzionati e dimostrano un ROI chiaro saranno gli unici ad essere approvati nel 2026.
Poiché le capacità dei modelli di base fanno passi da gigante nel tempo di pochi mesi e le curve di costo/prestazioni cambiano in modo imprevedibile, le imprese non otterranno più vantaggi dal ridimensionamento dei sistemi di AI statici. Al contrario, i vincitori saranno coloro che implementeranno infrastrutture che consentono di:
- cambiare modello e provider di inferenza nel giro di poche settimane
- organizzare i workload su cloud, on-premise ed edge in base a costi e capacità
- assorbire cambiamenti rapidi nell’hardware GPU, nei formati di quantizzazione e nelle architetture dei modelli
- ridispiegare AI copilot o agent in produzione più volte ogni trimestre
Nel 2026, il vantaggio competitivo non dipenderà dalla dimensione della propria infrastruttura AI, ma dalla velocità con cui si potrà adattare. L’altro elemento che definirà il nuovo anno sarà la massiccia re-internalizzazione. Sebbene il cloud abbia dimostrato il proprio valore per testare le implementazioni di AI, le imprese effettueranno test rapidi e riporteranno i workload in sede molto più velocemente rispetto al passato. Anche i data center edge svolgeranno un ruolo chiave nella modernizzazione.
Questo “rimpatrio” è guidato da questioni di sovranità dei dati che costringeranno i leader aziendali ad essere più consapevoli nel nuovo anno riguardo a dove si trovano i loro dati e chi ne ha accesso e controllo. La sovranità dei dati determinerà dove risiederanno i dati, dove avverrà il training e si estenderà ulteriormente al business, influenzando il modo in cui vengono costruite le supply chain.
I dati dovrebbero avere la massima protezione
I dati sono la chiave del successo aziendale, ma se un’organizzazione non può accedere ai propri dati o utilizzarli, le operazioni si fermano, come abbiamo visto con i numerosi attacchi informatici di alto profilo che hanno avuto luogo a livello globale nell’ultimo anno. L’importanza della cyber-resilienza diventerà uno dei principali driver di business del prossimo anno: la capacità di resistere e riprendersi rapidamente da un incidente o da un attacco. Le imprese si rendono conto di aver bisogno di protezioni multiple per ottenere una vera resilienza. I dati sono conoscenza e il 2026 sarà l’anno in cui i leader capiranno davvero cosa significa e cosa è in gioco se non sono adeguatamente protetti.
L’eccellenza del servizio definirà il successo dei modelli in abbonamento
Come consumatori, tutti noi utilizziamo gli abbonamenti e ne apprezziamo la facilità d’uso, la semplicità e i livelli di servizio che offrono. Tuttavia, la mentalità aziendale si è ormai spostata dai modelli di leasing mascherati verso decisioni basate sul valore. Gli abbonamenti che dimostreranno valore oltre all’aspetto finanziario saranno quelli che avranno successo, e le imprese valuteranno gli abbonamenti in base a uptime, tempi di risposta, agilità, trasparenza: veri servizi.
I team di procurement più esperti, valutando SLA e ROI complessivo, guideranno l’evoluzione verso l’eccellenza del servizio, con gli abbonamenti che supereranno la proprietà come modello principale per finanziare e implementare l’infrastruttura digitale nelle organizzazioni. Di fronte all’incertezza economica, ai rapidi cambiamenti delle capacità dell’AI e alla domanda di calcolo imprevedibile, le aziende non si impegneranno più in grandi investimenti in conto capitale o in infrastrutture pluriennali.
Al contrario, costruiranno stack modulari e basati su abbonamento, in cui capacità di calcolo, modelli AI, storage, cybersecurity e persino funzionalità specifiche di settore potranno essere facilmente aumentati o ridotti di mese in mese. Questo cambiamento permette alle società di riallocare carichi di lavoro, budget e mercati al ritmo del cambiamento, rendendo le architetture basate su abbonamento un elemento chiave di resilienza e crescita.
Il top management renderà obbligatoria la diversificazione delle supply chain, del cloud e del go-to-market
La diversificazione diventerà una priorità non negoziabile per i leader aziendali. Le crescenti tensioni geopolitiche, il rischio concentrato nelle infrastrutture digitali e la crescente frammentazione normativa spingono le imprese ad abbandonare dipendenze da singoli mercati e singoli provider. I C-suite ridisegneranno attivamente i loro modelli operativi basandosi su supply chain multi-mercato, architetture multi-cloud e multi-AI-provider e strategie GTM multicanale. L’obiettivo è chiaro: ridurre la vulnerabilità agli shock regionali, e posizionare l’azienda in modo da cogliere le opportunità di crescita sia nelle economie emergenti che in quelle mature. Ampliando la propria impronta operativa, digitale e commerciale, le imprese sostituiranno il vecchio modello di “massimizzare l’efficienza” con uno nuovo basato sulla resilienza strutturale.

