Risultati smart senza gestione manuale: dall’IA un aiuto strategico
Milano – Per le agenzie indipendenti del mondo dell’advertising, anche le più all’avanguardia, la richiesta di strumenti avanzati per il media buying non è più un semplice desiderio ma un’esigenza, che può determinarne la competitività – e la sopravvivenza – sul mercato. Spesso in queste realtà più piccole un’unica figura deve destreggiarsi tra diversi ruoli, vestendo i panni di pianificatore, buyer, strategist e analyst contemporaneamente, il tutto cercando di assicurare al cliente i migliori risultati possibili. In un tale scenario, l’ultima attività a cui questi professionisti vogliono destinare tempo e sforzi è la gestione manuale di bid e segmenti di pubblico – soprattutto quando può prendersene carico, perfino in modo più rapido ed efficace, l’intelligenza artificiale.
Dopo il lancio nel 2024 della sua innovativa piattaforma self-service studiata per semplificare la pubblicità nell’Open Internet per inserzionisti e agenzie indipendenti, Quantcast, azienda leader nell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale al programmatic advertising, condivide la propria visione su ciò che segnerà il futuro del media buying: gli algoritmi personalizzati creati su misura in base alle necessità di ciascun marketer.
Abbandonare la microgestione
Dal confronto con le agenzie indipendenti emerge la loro notevole frustrazione nei confronti dell’infinito ciclo di modifiche da apportare manualmente alle campagne per conseguire la performance auspicata. Ciò che vogliono sono risultati concreti, non l’ennesima dashboard su cui operare in prima persona. Ed è qui che entrano in gioco le potenzialità dell’intelligenza artificiale.
L’applicazione dell’IA permette lo sviluppo di algoritmi personalizzati per ogni campagna, progettati per specifici KPI, siano essi conversioni, massimizzazione della reach o maggiore efficienza. Fin dal lancio della campagna, l’algoritmo apprende, si adatta e ottimizza autonomamente per raggiungere gli obiettivi, il tutto senza che l’advertiser debba microgestire ogni modifica.
Come cambia la pubblicità in programmatic
Il media buying odierno, potenziato dall’intelligenza artificiale, lascia tempo e spazio a creatività, flessibilità, efficienza dei costi e innovazioni audaci, senza limiti. Contribuisce quindi a una strategia in programmatic davvero efficace, capace perfino di raddoppiare l’esposizione dell’audience al di fuori dei social media e dei motori di ricerca. Una reach incrementale che produce ROAS più sostenibili.
L’introduzione dell’IA, dopotutto, ha rappresentato una svolta epocale per il programmatic advertising, contraddistintosi per molto tempo per un’eccessiva complessità e rimasto a lungo appannaggio esclusivo delle agenzie più grandi, che potevano permettersi un team di specialisti dedicati 24 ore su 24, 7 giorni su 7 alla gestione delle piattaforme. L’IA ha cambiato le regole del gioco: l’analisi di trilioni di bid factor al secondo permette di raggiungere l’ad impression perfetta, efficientando al contempo l’intero processo. Per agenzie e advertiser indipendenti, questo apre concretamente un canale completamente nuovo.
Il valore del tempo
Mi piace pensare a Audience Graph, l’intelligenza alla base della nostra Quantcast Advertising Platform, come a un membro aggiuntivo del team, un assistente media e trader incredibilmente intelligente su cui contare per ottenere risultati nel modo più efficiente e conveniente possibile. – commenta Ilaria Zampori, VP of Southern Europe di Quantcast – Per un’agenzia indipendente, questo significa anche poter dedicare più tempo ai pitch e all’acquisizione di nuovi clienti.”
“Solamente perché le realtà di piccole dimensioni non sempre possono permettersi il lusso di disporre di grandi team tech interni o tool avanzati, ciò non significa che debbano accontentarsi di soluzioni generiche o uguali per tutti. – continua Zampori – Grazie all’IA, anche loro possono accedere a uno strumento su misura che semplifica i processi e aiuta a ottenere risultati per i clienti.”