L’invasione russa in Ucraina e le successive sanzioni economiche della comunità internazionale alla Federazione guidata da Vladimir Putin stanno mettendo in ginocchio diverse aziende italiane, sopratutto quelle attive nei settori della moda, delle calzature, del food e della meccanica industriale. Settori storicamente molto esposti sul mercato russo.

Siamo tutti d’accordo sulla necessità della sanzioni per fermare una guerra che mette a rischio la sicurezza della stessa Unione europea, ma sarebbe auspicabile che il costo di queste sanzioni fosse condiviso equamente da tutti i partner europei (l’Italia ha una significativa quota di export a est e dipende molto dal gas russo) e che il nostro Governo ratificasse una qualche forma di ristoro o agevolazione fiscale per aiutare gli imprenditori italiani che hanno merci e pagamenti bloccati. Ad oggi tutto questo non è avvenuto, le imprese stanno affrontando da sole l’emergenza e nulla fa credere che qualcosa possa cambiare nel breve termine.

Nel vuoto delle istituzioni, alcune aziende si stanno adoperando per aiutare le pmi italiane a superare questa fase di empasse. Una di queste è il Gruppo H2biz guidato da Luigi De Falco, che ha attivato un’unità di crisi dedicata alla sanzioni e sta lavorando per supportare gli imprenditori colpiti a gestire i contenziosi legali, sostituire i fornitori russi, aprire nuovi mercati di export alternativi alla Russia e sbloccare le merci. Un lavoro corale fatto in collaborazione con i partner italiani ed esteri di H2biz che hanno risposto all’appello di Luigi De Falco.

Si punta non solo a gestire l’emergenza, ma anche e soprattutto a dare a queste aziende una prospettiva di crescita alternativa, dato che sembra ormai evidente che l’effetto delle sanzioni durerà nel tempo.

Le criticità rilevate da H2biz nel dialogo con le imprese colpite dagli effetti delle sanzioni sono il mancato incasso di pagamenti per prodotti già consegnati, la mancata consegna di prodotti già pagati, i contenziosi legali con clienti e fornitori russi e quelli che stanno nascendo con i sub-fornitori (italiani ed esteri) dell’indotto per i mancati pagamenti e con alcuni istituti di credito che hanno anticipato con prestiti e affidamenti il valore delle merci. A questo si aggiunge la consapevolezza che per queste aziende il mercato russo sarà precluso per un periodo indeterminabile (ad oggi) e quindi l’esigenza di aiutare queste imprese a trovare nuovi clienti su altri mercati.

Più di 130 aziende hanno già formalizzato ad H2biz delle richieste di acquisto di prodotti e servizi che vanno proprio nella direzione di superare le criticità sopra citate. Altre 200 hanno già contattato il customer care del Gruppo e stanno definendo insieme agli Specialist di H2biz le loro esigenze. Questi numeri sono, ovviamente, destinati a salire vertiginosamente.

H2biz da parte sua sta ribaltando queste richieste al mercato, invitando tutti i fornitori qualificati a rispondere per fornire i propri prodotti e servizi alle migliori condizioni possibili e con la massima urgenza.

Abbiamo parlato al telefono con Luigi De Falco che ci ha spiegato come stanno gestendo queste richieste di sos e di quali prodotti e servizi hanno bisogno queste aziende:
“L’esito e la durata del conflitto sono incerti, i danni per imprese e famiglie invece sono certi. Pur condividendo l’impianto e la necessità delle sanzioni, sono rimasto sorpreso dal vuoto istituzionale che sta abbandonando queste imprese al loro destino. Noi stiamo cercando di aiutare gli esportatori che ci hanno contattato creando un ponte col mercato, coinvolgendo in prima battuta partner e fornitori che da anni lavorano con H2biz. Abbiamo trovato una grande disponibilità. A tutti abbiamo chiesto la massima competitività per fornire prodotti e servizi alle migliori condizioni possibili e siamo già riusciti ad intervenire su alcune posizioni particolarmente delicate. Abbiamo pubblicato on-line un elenco di oltre 130 richieste di prodotti e servizi, in costante aggiornamento. Servono assistenza legale, servizi di export per trovare mercati alternativi, consulenza per riposizionarsi, servizi di marketing per acquisire nuovi clienti, servizi di scouting per sostituire i fornitori russi, forniture di materie prime per l’industria, consulenza finanziaria per gestire pagamenti e rischi di valuta (il rublo è in caduta libera) e per trovare nuovi canali di finanziamento (le banche stanno chiudendo i rubinetti a queste aziende). Oltre a questo servono tutti i prodotti di cui queste aziende di approvvigionavano sul mercato russo (e oggi non possono più farlo) e servizi per ottimizzare costi e processi. Il nostro obiettivo è aiutarli a gestire l’emergenza ma anche creare le condizioni per prospettive di crescita diverse dal mercato russo, dove alcune imprese sono esposte per oltre il 30% del proprio fatturato. Il nostro invito è aperto a tutte le imprese italiane che vogliono partecipare a questo lavoro corale fornendo i propri prodotti e servizi. Per senso di responsabilità abbiamo tagliato i margini di intermediazione di H2biz all’1%. Mi sembrava un atto doveroso”.

Qui l’elenco delle richieste di acquisto di prodotti e servizi ricevute da H2biz:
https://www.h2biz.net/H2biz/sanzioni-alla-russia-134-aziende-hanno-bisogno-dei-tuoi-prodotti-e-servizi