I 5 consigli della Federazione Italiana Medici Estetici per scegliere in sicurezza
Dalla donna finita in coma ad Arezzo dopo un trapianto di capelli pubblicizzato online come semplice trattamento estetico, fino alle chiusure di studi a Roma, Pisa e Catania dove venivano eseguite procedure mediche invasive in ambienti senza i requisiti minimi di sicurezza o da persone prive di laurea in Medicina: i recenti fatti di cronaca mostrano un aumento dell’abusivismo, ma anche un allargamento della domanda, spesso distorta, dei pazienti.
“Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un’escalation di casi: sequestri, denunce, studi improvvisati e interventi eseguiti da persone non qualificate, spesso con pazienti attratti da offerte trovate su internet – spiega Nicola Zerbinati, presidente FIME, Federazione Italiana Medici Estetici -. I social non devono essere demonizzati, ma gestiti con attenzione e spirito critico in quanto possono alterare la percezione: non mostrano solo la realtà, la riscrivono. Quando questo accade in medicina estetica, dove si modellano volti e corpi reali, i rischi aumentano. La distorsione dell’informazione crea aspettative irraggiungibili e spinge molti a cercare soluzioni facili, spesso pericolose”.
Labbra carnose, zigomi scolpiti, capelli rinfoltiti e corpi “perfetti” sembrano disponibili a portata di click, in modo indolore e a prezzi stracciati. Un immaginario semplificato ulteriormente amplificato nella settimana del Black Friday, con offerte lampo e promesse di risultati immediati: un mix che rischia di allontanare sempre più dalla realtà clinica e dai principi di sicurezza.
Il problema è in primo luogo sanitario, ma anche culturale: “Finti medici, studi improvvisati e persone senza adeguata formazione stanno mettendo a rischio la salute dei cittadini. La medicina estetica, quando eseguita da professionisti qualificati, migliora il benessere e l’immagine personale, ma deve essere affrontata con competenza e responsabilità, non con leggerezza” aggiunge Andrea Servili, consigliere FIME.
Per questo la Federazione Italiana Medici Estetici (FIME), società scientifica impegnata nella tutela e nella formazione dei medici estetici, ha messo a punto un vademecum rivolto ai pazienti per riconoscere le offerte ingannevoli.
Ecco le 5 cose da sapere per orientarsi nella giungla della medicina estetica ai tempi dei social.
1. Mai fidarsi dell’occhio: le immagini ingannano. Fotografie manipolate, aspettative alterate e scelte superficiali sono all’origine di gran parte dei problemi della medicina estetica sui social. “Guardare con occhio critico le immagini è un primo passo: le foto prima/dopo sono potentissime dal punto di vista emotivo, ma oltre metà del risultato che percepiamo dipende dalla fotografia, non dal trattamento – spiega Zerbinati -. Basta modificare l’angolazione, oppure cambiare le luci per far apparire completamente diverso un volto o un corpo. Anche l’utilizzo di make up altera il risultato, così come filtri e IA possono rendere irriconoscibile la realtà. Un profilo affidabile usa immagini coerenti: stessa luce, stessa posizione, stesso contesto. Con uno sguardo attento, ciò che sembra un successo straordinario può rivelarsi solo una distorsione visiva”.
2. Promesse perfette uguale campanello d’allarme. In medicina estetica non esistono risultati garantiti o procedure senza rischi. Espressioni come “rughe eliminate”, “labbra perfette”, “effetto immediato” o “sconti Black-Friday” sono segnali di allarme: “Si tratta di pratiche scorrette, come previsto dalle leggi 248/2006 e 145/2018, vietate espressamente comunicazioni suggestive e promozionali negli atti medici. Un professionista serio descrive il trattamento che esegue, non lo presenta come miracoloso, non lo vende e non lo mette in saldo” sottolinea Servili.
3. Non c’è bisogno dell’effetto “wow”. Foto sensazionalistiche, trasformazioni estreme o risultati “da copertina” sono quasi sempre selezionati, ritoccati o non rappresentativi del lavoro quotidiano. Per questo occorre fare attenzione alle immagini pubblicate sui social da un professionista: “Un feed pieno di miracoli non è un segno di bravura, ma di marketing. Il vero professionista punta alla naturalezza e alla coerenza, non all’effetto wow” precisa il presidente FIME.
4. La vera bellezza non è in serie. Labbra identiche, zigomi seriali e volti “clonati” indicano un approccio standardizzato e poco professionale. “I social hanno deformato anche lo sguardo degli utenti: molte persone non riconoscono più ciò che è naturale – osserva il dottor Servili -. Spesso i pazienti mostrano foto irrealistiche viste sui social chiedendo risultati impossibili. È compito del medico spiegare i limiti anatomici e aiutare a recuperare un concetto di armonia personalizzata. La consulenza deve essere un atto medico completo: spiegare limiti, rischi e obiettivi richiede tempo. Un professionista serio sa anche dire “no” quando un risultato è irraggiungibile”.
5. Professionista vero, identità chiara. La prima forma di sicurezza per il paziente è sapere chi hai davanti. Curriculum trasparente, iscrizione a società scientifiche, studio autorizzato e contatti verificabili sono requisiti essenziali prima di scegliere il medico a chi affidarsi. “Quello che suggeriamo è fare una rapida verifica online, sull’anagrafica del sito FnomCeo così da essere certi anzitutto dell’iscrizione all’Ordine dei Medici, un requisito che, come dimostra la cronaca, non deve mai essere dato scontato. Non solo: importante è anche la specializzazione nel settore che garantisce serietà e competenza” conclude Zerbinati.