Tredici numeri 1. Tredici pezzi autentici tra macchine da scrivere e di calcolo che compongono la mostra “I numeri 1 di Olivetti” allestita nell’atrio centrale dell’ ex Palazzo delle Poste in occasione del Festival dell’Innovazione, un’iniziativa dell’Assessorato allo Sviluppo Economico – Area Politiche per lo Sviluppo Economico, il Lavoro, l’Innovazione della Regione Puglia e di ARTI, in corso a Bari fino a questa sera.

Un amarcord che consente di ammirare dal vivo quel glorioso passato, tutto italiano, che ha fatto scuola nel mondo. L’esposizione è a cura del Laboratorio-Museo Tecnologic@mente di Ivrea ed è arricchita da dettagli tecnici, storici e poster. Ed è qui che la tecnologia e l’innovazione forniscono il trait d’union tra passato e presente, perché la scheda di descrizione è corredata di QR code con la possibilità di rimandare al sito che fornisce ulteriori informazioni su aneddoti, ricordi e biografie di chi le ha progettate.

Si va così dalla M1, la prima macchina da scrivere manuale progettata dall’ingegner Camillo Olivetti presentata nel 1911, alla prima portatile (MP1), del peso di 5 kg contenuta in una scatola di legno, fino alla prima calcolatrice elettrica a 4 operazioni, la storica Divisumma 14, che oggi fa parte della collezione del MOMA di New York.

Della stessa collezione anche il primo computer da tavolo, del 1965, i cui componenti di base sono simili a quelli del pc odierno, la prima calcolatrice con tastiere in gomma e stampante a scarica elettrica su carta metallizzata, del 1973, e la Lexikon 82, la prima macchina per scrivere elettrica portatile. L’ulteriore rivoluzione che questa rappresentò fu di integrare un sistema inventato dalla IBM nel 1961 che permise di sostituire le leve portacaratteri e usare differenti caratteri di stampa.

Si arriva così agli anni ’80 con la più piccola calcolatrice tascabile scrivente che nell’uso di un display LCD che a riposo indica l’ora e nel peso notevolmente ridotto – solo 300 grammi – accelera il suo incontro con il futuro.

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