Potrebbero parlare o avvalersi della facoltà di non rispondere. Riflettori accesi a Palermo per l\’interrogatorio dei boss mafiosi Giuseppe e Filippo Graviano al processo d\’appello a carico del senatore del Pdl Marcello Dell\’Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e condannato in primo grado a nove anni di carcere.

I due fratelli mafiosi di Brancaccio sono stati chiamati a deporre, su richiesta del pg Antonino Gatto, dal Presidente della Corte d\’Appello Claudio Dall\’Acqua. A tirare in ballo i Graviano, in particolare Giuseppe Graviano, è stato lo scorso 4 dicembre nell\’aula bunker di Torino, il neo collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza.
Interrogato dal pg Spatuzza, coperto da un paravento sanitario e scortato da una decina di uomini della Polizia penitenziaria, aveva detto di avere incontrato "all\’inizio del \’94", cioe\’ dopo le stragi mafiose di Palermo, Milano e Firenze, in un bar di Via Veneto a Roma, l\’allora boss latitante GIuseppe Graviano.
Quest\’ultimo "era gioioso, come se fosse appena diventato padre – ha raccontato il pentito in aula – E mi disse: \’Abbiamo chiuso tutto e ottenuto quello che volevamo grazie alla serietà delle persone che avevano portato avanti quella storia". E mi fece il nome di Berlusconi, quello di Canale 5, e del \’compaesano\’ Dell\’Utri, ci hanno messo il paese nelle mani…".
A questo punto, la Corte d\’Appello di Palermo ha deciso, al termine dell\’udienza di Torino, di sentire i Graviano, entrambi detenuti al 41 bis, cioe\’ al carcere duro. Oggi Marcello dell\’Utri ha annunciato la sua presenza in aula.
L\’udienza non si terrà nella seconda sezione della Corte d\’Appello, ma in quella accanto, la prima sezione, sempre al primo piano del Palazzo di giustizia, perché munita di televisore per la videoconferenza dei Graviano. Numerosi i giornalisti accreditati. Ma c\’è già chi si dice convinto che i Graviano si avvarranno della prevista facoltà di non rispondere.
Per ora quello che si registra è che i Graviano "non hanno avuto il solito atteggiamento di disprezzo – ha affermato l\’ex Procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna – che i boss hanno davanti a un collaboratore di giustizia, nel confronto avuto davanti ai magistrati hanno piuttosto mostrato un atteggiamento di riflessione".
Riferendosi, in particolare, al confronto che c\’è stato recentemente tra il boss Filippo Graviano, che sta scontando un ergastolo anche per l\’omicidio di don Pino Puglisi, e il neo collaboratore di giustizia Spatuzza.
In quell\’occasione, Graviano, 48 anni, colpito tempo fa da un infarto in carcere, guardando Spatuzza, suo ex braccio destro, gli disse: \’Io non ho nulla contro le tue scelte…\’ e ancora: \’sono contento che tua hai ritrovato quella pace interiore…". "Tradizionalmente – ha detto Vigna – durante i confronti tra un mafioso e un pentito, i boss indubbiamente o si alzano e vanno via, oppure usano parole di disprezzo, come e\’ accaduto in passato. Qui, invece, mi è sembrato che Filippo Graviano mantenesse un comportamento di riflessione. Questo mi fa pensare a una riflessione da parte di Graviano, corroborata dalla frase \’Non ho nulla contro le tue scelte\’. Solitamente un uomo d\’onore si impegna al silenzio".
Su quello che succederà oggi in aula, però, Vigna allarga le braccia: "Possono prendere tempo, la messaggistica è tipica dei boss, ma possono anche stare in silenzio. Chi lo sa cosa accadrà oggi. Lo scopriremo solo in aula".

(fonte Adnkronos – Capitanata.it)

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