La terza edizione del Festival Internazionale del Giornalismo viene presentata come ricca di novità rispetto alle precedenti edizioni. Fra queste anche una sezione specifica dedicata ai “new media e alle nuove frontiere dell’informazione tra blog-giornalismo, social media e giornali online”.
La notizia dovrebbe essere accolta con un plauso e tanto entusiasmo: nell’era del web 2.0 anche l’informazione prende coscienza delle metamorfosi più o meno virtuose al suo interno e mette la questione sul tappeto. Ma la verità – per dovere di cronaca – è un’altra: stesi al tappeto, ci sono finiti l’informazione locale online e chi ci lavora con impegno ogni giorno.
“In un epoca in cui si parla molto di pluralismo dell’informazione – afferma Marco Di Maio, presidente di ANSO – l’informazione locale online gioca un ruolo fondamentale nel mettere a disposizione dei cittadini questa diversità di fonti, riuscendo a dare spazio anche a notizie che non sempre trovano adeguata risonanza sui mezzi d’informazione classici. Per questo lascia perplessi che l’edizione 2009 del Festival Internazionale del Giornalismo abbia dimenticato di porre in evidenza l’esistenza di una rete di testate così diffuse sul territorio nazionale, e seguite da così tanti cittadini. Siamo ovviamente disponibili in ogni momento e con spirito costruttivo, ad un confronto con gli organizzatori del Festival di Perugia, così come di altre manifestazioni analoghe nei campi del giornalismo e della comunicazione online, per approfondire ipotesi di collaborazione che facciano crescere e valorizzare la cultura dell’informazione sul web”.
L’ANSO rappresenta la dimensione locale dell’informazione online e sente il dovere di intervenire in questo frangente facendo rilevare che non considerando l’informazione locale online, il Festival ignora anche i 5 milioni di utenti che ogni mese leggono i giornali associati ad ANSO.


 
“L’Italia è fatta di regioni, province e città, non solo da metropoli e da realtà nazionali – afferma il direttivo di ANSO -. Non parlare di informazione locale online è una mancanza simile ad una caduta di stile nei confronti degli altri Paesi perché si offre una visione distorta di quanto sta avvenendo nel panorama del giornalismo online.
“Ignorare che le testate giornalistiche locali sono nate sul web molto prima dei ‘colossi’ e parlare solo di e con queste ultime realtà, sembra l’eterno riproporre i ‘soliti noti’. In questo modo si favorisce anche sul web il formarsi di un ‘oligopolio’ del mercato dell’editoria online, già avvertito in tutta la sua pesantezza nei settori tradizionali dell’informazione”.
Opportuno, coraggioso e originale sarebbe stato parlare di piccoli grandi successi – editoriali e giornalistici – disseminati in tutto il territorio italiano. E nel contesto internazionale del Festival l’Italia sarebbe stata rappresentata in maniera capillare e completa.
“Oggi l’informazione locale online è più che mai una realtà con cui occorre fare i conti – ribadisce il direttivo -, anche perché vanta l’attenzione di milioni di utenti e molto spesso viene utilizzata come ‘strumento’ da parte dei mass media tradizionali che usano le notizie locali per predisporre i propri notiziari. Correttezza vorrebbe, soprattutto se si pensa che al Festival partecipa un ampio pubblico che vuole conoscere ed essere informato, che non si dimenticasse che la storia dell’informazione sul web passa anche dal locale. Altrimenti si rischia di finire nel paradosso che l’informazione parla di sé facendo disinformazione”.
Per questi motivi ANSO, il primo ente italiano nato per rappresentare e tutelare gli interessi degli editori di testate giornalistiche online a carattere locale, è disponibile per un confronto costruttivo con gli organizzatori del Festival, per capire quali siano state le motivazioni e le logiche che hanno portato questa edizione del Festival, dedicata in parte al giornalismo online, ad una poca attenzione rivolta alle realtà radicate nel territorio.

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