Terra arret è il nome dell’evento che segna l’inizio della nuova stagione alla Trattoria del Cacciatore, sempre in linea con le radici e  le tradizioni foggiane, con l’obiettivo di promuovere la “cultura” in cucina a 360°.

Venerdì 27 settembre, alle ore 21, la Trattoria del Cacciatore dà il bentornato a casa a tutti i foggiani e non solo, con una serata che rende omaggio ai sapori e alle tradizioni del territorio.

Protagonista di Terra arret sarà il menù tipico foggiano proposto da Francesca (anima della cucina del Cacciatore) che prevede: pancotto, orecchiette al sugo con pane soffritto, braciola e salsiccia al sugo, insalata del terrazzano, uva regina e crostata di ricotta.

Tutto accompagnato da vini del territorio: il rosato estremizzato in rosa del Nero di Troia ed il Nero di Troia in purezza; in abbinamento al dolce ci sarà il tradizionale rosolio, liquore alle amarene preparato dalla nonna.

L’originalità degli eventi in programma alla Trattoria del Cacciatore è che tra una portata e l’altra saranno raccontati i sapori presentati nei piatti preparati da Francesca, la scelta delle materie prime di stagione, il legame con il territorio. Anche gli ospiti saranno invitati a confrontarsi, ad esprimere curiosità, a descrivere a loro volta esperienze e saperi.

«Terra arret vuole essere un invito a tornare alle origini, alle materie prime genuine, alla propria terra, spiega Giuseppe Paoletta, e prende spunto dal titolo dell’ultimo cd della unza unza band che rallegrerà la serata con brani legati al territorio come, ad esempio, Lu soprastante e Tuppe Tuppe».

Tra una portata e l’altra Pierluigi Vannella (chitarre e voce), Guido Paolo Longo (fisarmonica e cori), Giancarlo Leggieri (basso) e Mario Canfora (batteria), racconteranno storie e interpreteranno melodie

prendendo spunto dalla tradizione, con sonorità che vanno dal Sud America ai Balcani passando per il reggae e il gipsy jazz.

La Trattoria del Cacciatore ospiterà altri eventi – in programma il 25 ottobre, il 22 novembre, il 13, il 24 e il 31 dicembre –  il cui filo conduttore sarà fare “cultura” in cucina attraverso la musica, il teatro, la letteratura, valorizzando sempre il territorio e le sue tradizioni culinarie.

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