Il Presidente della Camera di Commercio di Lecce Mario Vadrucci, in merito ai rincari dei prezzi di energia elettrica e gas, che impattano in maniera disastrosa sul tessuto economico del Salento, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“I continui aumenti, quelli di queste ultime ore in particolare, con punte da record nella storia dei prezzi energetici, ma soprattutto del gas, stanno mettendo in ginocchio le imprese salentine, specialmente quelle cosiddette energivore. Il Consiglio e la Giunta della Camera di Commercio di Lecce seguono con particolare attenzione e con apprensione l’evolversi di questa vera e propria emergenza. L’uso che si sta facendo del gas, come arma di guerra preoccupa tutte le imprese della provincia di Lecce, che vivono una drammatica attesa, per decidere – con amarezza e conti alla mano – se sospendere le attività o chiudere del tutto la produzione, dopo i sacrifici dell’ultimo biennio, che hanno già messo a dura prova le capacità imprenditoriali e le riserve finanziarie. Il Governo è già intervenuto per cercare di sterilizzare gli effetti distorsivi della situazione provocata dall’aumento ingiustificato del prezzo del gas e dell’energia in genere. Ma ora s’impone un intervento ancora più immediato e concreto per fissare un prezzo del gas a livello internazionale, capace di dare delle certezze agli imprenditori in ansia. Non possiamo attendere oltre se vogliamo preservare la capacità delle imprese di incidere ancora positivamente nell’economia del territorio salentino. La Camera di Commercio di Lecce raccoglie il generale grido d’allarme e, al fianco delle imprese e delle Associazioni di categoria, interviene per una presa di coscienza ed una pressione sociale più decisa, affinché questo problema non finisca nelle pieghe della campagna elettorale, perdendo in concretezza. Si chiede un intervento di questo Governo in carica per affrontare una situazione che non può essere rinviata alla prossima legislatura. Nessuna forza politica può chiamarsi fuori da questo argomento. Il Governo, quindi, pur nei limiti istituzionali delle sue possibilità di intervento, deve cercare a livello comunitario il modo di impedire che questa ingiustificata altalena quotidiana possa ulteriormente arrecare danni al già provato sistema economico del Paese”.