“Dobbiamo cambiare rotta rispetto all’idea della Lim di Stato”: il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Maria Chiara Carrozza espone in modo chiaro la propria visione sulla digitalizzazione dell’istruzione in un’intervista in esclusiva al Corriere delle Comunicazioni che verrà pubblicata sul numero in uscita lunedì 28 ottobre.

“È finita l’epoca in cui si acquistano piattaforme di Stato, questo è il punto”, sottolinea il ministro evidenziando che la mancanza di fondi non è l’unico problema. “È più sensato, dal punto di vista strategico ed economico, dotare le scuole di un fondo per comprarsi la lavagna interattiva del modello e della marca che ritengono più adatta, eventualmente”.

 

Nell’intervista al Corriere delle Comunicazioni il ministro auspica il ricorso al fund raising per incrementare le opportunità di fare innovazione da parte degli istituti scolastici. “Si mettono in campo azioni di procurement avanzato – spiega – che coinvolga anche i privati, grandi o piccoli che siano, interessati ad investire nella scuola. L’ecosistema dell’innovazione scolastica che ho in mente non fa solo innovazione di prodotto ma anche di “fund raising””. Il ministro sottolinea inoltre che per liberare risorse “si può lavorare per defiscalizzare le donazioni dei privati alle scuole”.

 

Nel pacchetto “L’istruzione Riparte” sono previsti 15 milioni per il wi-fi nelle scuole: “Ne vorremmo di più – puntualizza il ministro – ma sono quelli che avevamo a disposizione. Gradualmente continueremo a cercarne altri provando, anche qui, a far intervenire i privati. Ma il principio che muove è sempre quello di rendere le scuole autonome da questo di vista”.

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