“Le Cer riceveranno degli incentivi sull’energia autoconsumata in due forme: una tariffa incentivante e un corrispettivo.

La tariffa incentivante sull’energia prodotta e autoconsumata virtualmente dai membri della Cer è costituita da una parte fissa e una variabile, la cui somma massima sarà compresa fra 60 e 120 €/MWh, in base alla taglia dell’impianto e al valore di mercato dell’energia.

La parte fissa varia a seconda della potenza dell’impianto, mentre la parte variabile cambia in base al prezzo di mercato dell’energia. L’insieme di queste agevolazioni è riassunto nel seguente specchietto, dove “0÷40 €/MWh” vuol dire da 0 a 40 €/MWh, e dove il valore massimo di 120 €/MWh si raggiunge nel caso di una parte fissa di 80 €/MWh e di una parte variabile pari a 40 €/MWh.

Via via che aumenta la potenza dell’impianto, diminuisce la parte fissa dell’incentivo, mentre al diminuire del prezzo di mercato della corrente aumenta la parte variabile, fino ad un massimo di 40 €/MWh.

Da notare che per gli impianti fotovoltaici è prevista un’ulteriore maggiorazione in base al loro posizionamento geografico. Tale maggiorazioni tiene conto della minore producibilità degli impianti installati nelle regioni centro-settentrionali rispetto a quelli del Sud Italia.

Il Gse riconoscerà quindi un extra di 4 €/MWh per gli impianti di Lazio, Marche, Toscana, Umbria e Abruzzo; e di 10 €/MWh per quelli in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto.

A queste varie sfaccettature della tariffa incentivante si aggiunge poi un cosiddetto “corrispettivo di valorizzazione per l’energia autoconsumata”: varia ogni anno in funzione dei corrispettivi determinati dall’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (Arera) per l’energia elettrica condivisa, che nel 2023 è stato pari a 8,48 €/MWh e che precedentemente è arrivato a circa 12 €/MWh.

A scopo puramente illustrativo, nel caso in cui si riescano a ottenere i valori massimi di queste agevolazioni, per esempio per l’elettricità soalre prodotta da impianti sotto i 20 kWp e autoconsumata in una Cer del nord Italia, si potrebbe arrivare in linea di principio a un totale di oltre 138 €/MWh di sussidi in conto esercizio.

A questi contributi in conto esercizio, per le sole Cer i cui impianti di produzione si trovano in Comuni con meno di 5mila abitanti, si aggiunge un contributo in conto capitale, pari al massimo al 40% del costo dell’investimento, finanziato con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

In particolare, il contributo in conto capitale sarà di:

  • 1.500 €/kW per impianti fino a 20 kW;
  • 1.200 €/kW per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW;
  • 1.100 €/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW;
  • 1.050 €/kW per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW.

Per un impianto di potenza fino a 20 kWp, per esempio, il contributo in conto capitale potrà arrivare quindi a un massimo di 12mila euro.” (Fonte: QUALENERGIA)

Quindi come accedere agli incentivi?

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