Reggio Emilia –  Solo l’8% delle aziende italiane si dichiara pronta ad adeguarsi da subito alla Direttiva europea sulla trasparenza retributiva, in vigore dal 10 maggio 2023. Tra le altre cose, la direttiva prevede che le aziende non potranno più chiedere, al candidato, quanto percepivano nel loro precedente lavoro.  Il dato, preoccupante, arriva da una survey condotta da FiordiRisorse (FdR) in collaborazione con l’Osservatorio JobPricing, i cui risultati verranno presentati in anteprima nazionale durante Nobìlita 2025, il Festival della cultura del lavoro che si terrà per la prima volta a Reggio Emilia dal 28 al 31 maggio.

I dati della survey

La ricerca rivela una scarsa preparazione e consapevolezza da parte delle imprese italiane sul tema dell’equità salariale:

  • solo il 16% delle aziende condivide con il personale le policy retributive;
  • appena l’11% comunica i livelli retributivi medi per ruolo;
  • il 65% non dispone di strumenti per monitorare il gender pay gap;
  • solo il 21% informa regolarmente i dipendenti su equità e trasparenza;
  • il 14% non considera questi temi una responsabilità aziendale.

Questi dati si inseriscono in un contesto nazionale in cui il livello di soddisfazione salariale si attesta su un indice medio di 4,2 su 10 (fonte: Salary Satisfaction Report 2025 di Job Pricing, diffuso il 1 aprile 2025), segno di un malessere diffuso tra i lavoratori.

Lavorare sulle tematiche retributive è oggi strategico

Il 2025 è l’ultimo anno di transizione verso l’attuazione della Direttiva UE sulla Trasparenza Salariale, – asserisce  Matteo Gallina, Senior HR Consultant e Responsabile Osservatorio JobPricing  –  , questo è sicuramente uno dei temi sulla scrivania delle direzioni Risorse Umane. Lavorare sulle tematiche retributive è oggi strategico, sia per governare il proprio posizionamento di mercato, sia per rispondere agli obblighi della normativa in termini di equità e trasparenza. 

Nobilìta sarà l’occasione in cui FiordiRisorse e JobPricing presenteranno i risultati di una survey condotta negli ultimi due mesi per capire se le aziende si sentono pronte a rispondere agli obblighi della Direttiva. I risultati parziali indicano come le aziende italiane siano ancora in alto mare: solo l’8% si ritiene oggi pronta a seguire gli obblighi normativi, il 65% non ha strumenti sistematici di monitoraggio del gender pay gap, e solo il 21% delle aziende informa regolarmente il personale sui temi di equità e trasparenza. Attraverso i risultati della ricerca racconteremo come le aziende possono approcciarsi in maniera strutturata alla tematica.”

Le imprese sono impreparate al cambiamento culturale

“L’adozione della normativa europea è un’ottima notizia per chi si occupa di selezione del personale in maniera etica e trasparente. – commenta Osvaldo Danzi, Presidente di FiordiRisorse, Recruiter con oltre trent’anni di esperienza in campo HR e organizzatore di Nobìlita Festival. Finalmente il rapporto fra azienda e candidati sarà un rapporto alla pari. Tuttavia, come ha rilevato la survey, le imprese italiane sono impreparate a un cambiamento culturale. 

Posso testimoniare – continua Danzi –  che esistono ancora situazioni in cui ai colloqui viene richiesta la busta paga ai candidati in un evidente corto circuito fiduciario. Per non parlare delle offerte di lavoro in cui ancora non vengono espresse le condizioni retributive, riassunte in un laconico la retribuzione sarà commisurata all’esperienza dei candidati. Una frase che anticipa in tutta la sua ipocrisia quella che sarà poi una decisione del tutto soggettiva e parziale. A 3 anni dall’annuncio della direttiva, le aziende ancora non adeguano le loro policy e le Associazioni di Categoria stanno già divulgando ai media il malessere delle imprese associate, nella speranza di una revisione interpretativa, almeno a livello nazionale.
Anche qui vediamo una chiara contraddizione fra i valori aziendali divulgati e la pratica. In ogni caso, i candidati avranno uno strumento in più per capire fin dal colloquio di selezione quale sarà il contesto in cui si troverebbero a lavorare qualora superassero la selezione.”