La capacità mondiale di energia rinnovabile è aumentata, raggiungendo il 36,6% del totale. Nel Sud Italia sono già molte le esperienze che conciliano esigenze green e bisogni sociali: a metterlo in evidenza è EnergRed.com, E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica.

«I numeri dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) mostrano che nel 2020 le rinnovabili hanno superato tutte le possibili aspettative. La capacità mondiale di generazione di energia da fonti green è infatti aumentata a 2.799 gigawatt (+10,3%), con un incremento di ben 261 gigawatt di nuova capacità rinnovabile così ripartito: 127 gigawatt di energia solare, 111 gigawatt di eolico, 20 gigawatt di idroelettrico, 2 gigawatt di bioenergia e 0,16 gigawatt di geotermia» mettono in evidenza gli analisti di EnergRed.com, E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili e sul solare fotovoltaico.

Nonostante le difficoltà e le incertezze legate al COVID-19, le energie rinnovabili sono dunque emerse come una fonte di innegabile ottimismo sulla strada verso un futuro migliore, più equo e sostenibile.

In questo ambito, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia sono le prime regioni a sostenere, anche con provvedimenti normativi ad hoc,produzione e consumo collettivo.

«La legge base —la cui origine normativa risiede in una direttiva europea sulle rinnovabili— è la numero 8/2020, testo di conversione di un decreto che ha introdotto nel nostro ordinamento il concetto di autoconsumo collettivo e di comunità energetica» puntualizzano gli esperti di EnergRed (www.energred.com).

«Attualmente il 43% della capacità mondiale di generazione di energia rinnovabile è rappresentata dall’idroelettrico, mentre l’eolico ed il solare rappresentano una quota del 26% ciascuno. Ma la tendenza per i prossimi anni resterà quella di una crescita trainata dal solare, l’unica fonte verde che ha grande immediata capacità di espansione» commentano gli analisti.

È proprio la transizione energetica il grande tesoro del Sud, il fattore che renderà le aziende meridionali più competitive di quelle del Nord Italia dove si è invece verificata una vera e propria ecatombe di grandi imprese industriali, che non sono riuscite a saltare sul treno dell’«economia della conoscenza».

«Basata sulle risorse intangibili, sul know-how e sulle competenze distintive, la “conoscenza” —dal punto di vista aziendale— è una risorsa scarsa, che consente a chi la possiede di trarre un vantaggio competitivo» spiega Moreno Scarchini, ceo di EnergRed.

Ma è già dagli Anni Novanta del secolo scorso che il modello di crescita delle nostre aziende iniziava a perdere colpi, rendendo le nostre aziende inadatte a cogliere le opportunità che lo sviluppo dei servizi offriva alle economie più avanzate.

D’altra parte, il capitalismo familista che caratterizza le nostre imprese non ha fatto che aggravare la situazione, impedendo la crescita e lasciando le industrie più avanzate del Nord-Est in un ecosistema ormai compromesso, incapace di una vera transizione.

Una transizione oggi può invece avvenire nelle fortunate regioni del Sud dove la maggiore disponibilità di risorsa solare può rendere le aziende veramente competitive, se si riusciranno ad adottare i giusti modelli di sviluppo.

«Nonostante il forte rialzo dei prezzi dell’energia, nel Mezzogiorno quella prodotta da fonte solare ha fatto segnare un valore di 102 euro/MWh, nuovo minimo record di costo per le imprese» mettono in evidenza gli analisti di EnergRed.com.