di Mario VADRUCCI

Rimini è sempre stata una delle “capitali” del turismo italiano e proprio dalla Romagna, dai saloni del TTG Travel Experience, arrivano le notizie che cambiano in positivo la narrazione del turismo in Puglia, nei mesi scorsi al centro di dichiarazioni contrastanti su arrivi e presenze della stagione che non può dirsi certamente conclusa, a giudicare dalla presenza continua, almeno nel Salento, di gruppi di turisti italiani e stranieri che colorano i centri storici del capoluogo ma anche dell’entroterra. Dal report presentato dalle autorità regionali del turismo, guidate dall’assessore Gianfranco Lopane, emerge che, nell’ultimo anno, se Bari ha il record di arrivi, è il Salento ad avere le maggiori presenze in Puglia (con 6.043.057 giornate-presenza) e questa è la testimonianza più tangibile di quanto lavoro e impegno profondano le imprese del settore, tutte, dal ricettivo ai trasporti, dai balneari alla ristorazione. Anzi nella ristorazione le cifre e gli apprezzamenti registrati sui social, – dai quali si evince il “sentiment” dei turisti che girano per l’Italia – la Puglia è, dopo la Toscana, la regione che muove più turisti attirati dalle esperienze enogastronomiche. Il fatto che la Puglia abbia aumentato le presenze negli esercizi ricettivi del 30% dal 2015 al 2024 dà ragione alle politiche turistiche della Regione, in questi anni, ma anche alla grande rivoluzione avvenuta nel mondo imprenditoriale turistico della regione, con gli imprenditori della fascia salentina in prima fila.

Questi dati, insieme al premio come “Destinazione con la migliore reputazione” ottenuto proprio a Rimini e alla maggiore presenza di stranieri nelle nostre contrade, stridono, però con le ultime notizie relative ai voli in arrivo e partenza negli aeroporti pugliesi. Abbiamo appreso con grande favore della rinnovata attenzione del movimento turistico statunitense nei confronti della Puglia, ma non possiamo non stupirci del fatto che sull’aeroporto di Bari, dalla prossima primavera, arriveranno e partiranno ben 6 voli che collegano lo scalo barese a New York, mentre nessuno di questi voli è previsto sull’Aeroporto del Salento. Capisco che le compagnie aeree (United Airlines e Neos, che da aprile raddoppia i suoi voli) preferiscano lo scalo barese perché insiste su una popolazione più grande e, con il porto, si possono creare sinergie importanti anche con un traffico proveniente dai Balcani. Ma forse le autorità regionali e soprattutto Aeroporti di Puglia, avrebbero dovuto presentare diversamente anche la destinazione Salento – e per essa lo scalo brindisino – sicuramente degna di almeno uno dei 6 voli settimanali attraverso i quali si realizza il collegamento diretto con New York. Tutto questo anche perché la Regione concorre con finanziamenti cospicui anche alla stabilizzazione dei collegamenti tra Puglia e Stati Uniti, oltre al resto. Non si tratta assolutamente di una proposta campanilistica, ma della realtà turistica regionale che, attraverso le cifre fornite proprio in questi giorni, parla del Salento come l’area in cui sono cresciute maggiormente le presenze di turisti, soprattutto stranieri. Non tenere conto di questa realtà, e dei numeri che hanno fatto “grande” la Puglia turistica, non solo penalizza l’impegno di tante aziende e di tanti lavoratori del settore, oltre che degli Enti locali che investono nel turismo, ma dimostra una miopia prospettica che potrebbe, insieme alle altre difficoltà e limiti nei trasporti, danneggiare il movimento turistico verso la nostra regione nei prossimi anni. E non ci sentiamo proprio di guidare o spingere questa importante locomotiva economica del nostro territorio, con il freno a mano tirato.

(foto Wikipedia)