Il modello cooperativo è la risposta più efficace alla crisi dell’agricoltura italiana, perché in grado di realizzare in modo compiuto i processi di filiera, sia tradizionale che corta. Questo il messaggio lanciato dal convegno promosso ed organizzato dalla Confcooperative ad Euro&Med Food 2010, aperto dall’introduzione di Giorgio Mercuri, Presidente Confcooperative della provincia di Foggia.
 
L’incontro ha presentato importanti realtà e testimonianze del sistema cooperativo, con gli interventi di Angelo Maci, Presidente Cantine Due Palme, Giuseppe Maldini, Presidente Orogel, Costantino Vaia, Direttore Consorzio Casalasco, aziende leader rispettivamente nei comparti vitivinicolo, della surgelazione e della trasformazione del pomodoro.
 
Anche per quanto riguarda l’ortofrutta, ovviamente, le cooperative costituiscono il principale strumento di aggregazione e rafforzamento dei produttori per fronteggiare le sfide del mercato e allo stesso tempo – per le loro particolari caratteristiche e finalità – sono allo base di uno sviluppo stabile dei territori delle nostre regioni. “Ecco perché – ha ricordato Davide Vernocchi, Presidente settore ortofrutta Fedagri Nazionale – l’organizzazione comune di mercato (ocm) resta un punto di riferimento imprescindibile, anche per poter interpretare le peculiari esigenze del comparto ortofrutticolo, caratterizzato da prodotti deperibili e venduti allo stato fresco, da cicli di produzione permanenti, come nel caso della frutta, da forti impieghi di manodopera.
 
La crisi del 2009, tra le più negative e nefaste degli ultimi decenni, ha tuttavia ribadito la necessità di un sistema pubblico di regolazione e controllo dei mercati in situazioni di difficoltà, nelle quali, come lo scorso anno, si è registrata la concomitante azione di prezzi molto bassi per aumento di produzione e caduta dei consumi, con squilibri di filiera a vantaggio della grande distribuzione. Richiesta pertanto un’azione incisiva dell’Unione Europea con il mantenimento oltre il 2013 dell’ocm ed un suo adeguamento attraverso il miglioramento delle misure di prevenzione e gestione delle crisi, la previsione di soluzioni aggiuntive per le cosiddette crisi gravi, il riequilibrio dei mercati e dei rapporti tra grande distribuzione organizzata e centrali cooperative, opportune politiche d’importazione ed esportazione dei prodotti.

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