Il progetto è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di Horizon2020
Aliona Lupu (partner di Iniziativa): promuoviamo un nuovo approccio in linea con le indicazioni delle istituzioni europee sulla creazione di strumenti finanziari per uno sviluppo sostenibile.

Il bando scade il 31 agosto.

 

Supportare gli investimenti in start-up innovative e a vocazione sociale per realizzare iniziative circolari. Questo l’obiettivo del Progetto Be.Cultour, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di Horizon2020.

Partner strategico del Progetto, coordinato dal CNR, la società di consulenza Iniziativa che ha predisposto per la sua realizzazione un modello basato sull’autonomia decisionale degli investitori. Si tratta di un Pledge Fund, concepito ad hoc, per finanziare le iniziative di turismo culturale circolare e sostenibile previste dal Progetto, che devono essere allineate agli Obiettivi dell’Agenda 2030 e prestare particolare attenzione alla rigenerazione urbana, alla valorizzazione delle aree rurali, dei territori e degli ecosistemi dell’innovazione locale, alla creazione di impatto positivo nella comunità di riferimento. Il bando per partecipare scade il 31 agosto.

Il progetto punta a promuovere le risorse culturali e naturali abbandonate, sottoutilizzate e meno conosciute, valorizzare capitale umano e diritti umani, ridurre la pressione turistica su territori sovrasfruttati, nonché i rifiuti e il consumo di risorse naturali (energia, acqua, suolo, biodiversità), aumentare l’utilizzo di energia pulita e mezzi di trasporto verdi, riciclare e riutilizzare materiali e prodotti, valorizzare le produzioni alimentari e artigianali locali, culturali. 

Il tutto ricorrendo anche all’ausilio dell’innovazione tecnologica: i sistemi ICT, AI, 5G e IoT possono essere utilizzati per una migliore gestione dei flussi turistici per evitare il sovraffollamento, migliorare l’accessibilità e la sicurezza e promuovere politiche basate su prove per migliorare il benessere delle comunità locali, nonché l’esperienza dei visitatori.

Con Be.Cultour Iniziativa, conferma la leadership sui temi della finanza sostenibile e dei fondi europei,  e supera i 500 milioni di euro di progetti di Ricerca e Sviluppo di aziende italiane, supportati da risorse nazionali e dell’Unione Europea negli ultimi 12 anni.  

“Per il progetto Be.CULTOUR, – spiega il CEO di Iniziativa Ivo Allegro – nell’ambito della nostra crescente specializzazione sugli strumenti finanziari innovativi, abbiamo disegnato un modello di investimento che si ispira ad alcuni elementi caratteristici del “Pledge Fund” (centralità del team di gestione e autonomia decisionale degli investitori), semplificandoli e rendendoli ibridi con la logica del club deal. Ciò in considerazione sia del carattere di “iniziativa pilota” del Progetto in questione, sia del campo di riferimento che, ancorché estremamente attrattivo e con un’attenzione crescente alla luce della nuova centralità che l’impatto sociale assume nel paradigma della sostenibilità, ha delle sue peculiarità come asset class.

In questa prospettiva, nel nostro Pledge fund gli investitori possono fare investimenti ibridi (denaro o conferimenti in natura) su una base deal by deal, in cui possono assumere la decisione di cosa investire e come. La selezione e la valutazione delle opportunità di investimento è affidata ad un team di specialisti, definito management team, con l’incarico di sviluppare lo scouting delle opportunità d’investimento secondo determinati parametri e di presentarle agli investitori precedentemente selezionati, i quali provvedono a esaminarle e a decidere eventualmente di investirvi in che misura e in che forma. Questa libertà di apporto (sia nella quantità che nella tipologia) differenzia, quindi, lo strumento da un normale fondo di private equity e mira ad attrarre tutti i soggetti attenti alle tematiche di riferimento. Nel caso di specie, i gestori non possono contare su un impegno irrevocabile dei sottoscrittori a investire né nella possibilità per il Management team di allocare le risorse del fondo in sostanziale autonomia, dal momento che l’investitore di un Pledge Fund è libero di decidere se partecipare o meno a una determinata operazione di investimento e, quindi, i gestori devono di volta in volta lavorare per trovare le opportune leve di attrattività dell’investimento.

Il “Pledge Fund”, è una soluzione finanziaria innovativa per conseguire obiettivi di carattere sociale, anche in chiave ESG, con investimenti mirati, sia in denaro che in natura, in iniziative di economia circolare in ambito turistico, culturale, creativo. Al “fund” possono partecipare sia investitori professionali che persone giuridiche e fisiche, nonché aggregazioni di persone, che desiderino partecipare all’iniziativa di investimento. L’apporto degli investitori partecipanti al “Pledge Fund” nelle singole iniziative potrà essere conferito sia sotto forma di equity, di partecipazione azionaria, che come contributo in-kind, rappresentato da servizi, disponibilità di beni mobili e immobili e know-how”.

 

“Le iniziative – spiega la partner della società Aliona Lupu – dovranno essere allineate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e prestare particolare attenzione alla valorizzazione delle aree rurali, alla rigenerazione urbana e al turismo culturale sostenibile, contribuendo attivamente al rinnovo dell’ecosistema turistico e alla valorizzazione del patrimonio culturale.

Le iniziative selezionate avranno l’opportunità di usufruire di un pacchetto di servizi mirati quali la rivisitazione del modello di business, l’aggiornamento del piano finanziario, il supporto allo sviluppo commerciale e all’ingresso e all’espansione in nuovi mercati (dove, ad esempio, l’apporto in natura dei soci può giocare un ruolo rilevante), l’assistenza nell’organizzazione aziendale e molto altro ancora. Il Management team provvederà anche a individuare ulteriori opportunità di finanziamento come, ad esempio, bandi nazionali ed europei e altre fonti di finanziamento disponibili in base alle esigenze finanziarie specifiche per supportare lo sviluppo e l’espansione delle singole start-up”.