Si può essere duri ad oltranza, rivestiti di scorza d’esperienze a più strati, adusi a impatti con variegati imprevisti e contrarietà, e però come non provare tristezza e umana commozione di fronte alla drammatica fine della piccola Elena, determinatasi e consumatasi nel chiuso e nel caldo soffocante di un abitacolo senz’aria ?

Si può recitare e rivestire a tutto campo e con costumi consoni il ruolo di interpreti della modernità convulsa del terzo millennio, e pur tuttavia, alla luce e per effetto di quale priorità e urgenza di valori, è comprensibile, accettabile e lecito lasciarsi prevaricare dallo stress della corsa, dall’indispensabilità di badare a un’indefinita ridda d’impegni e interessi?

In fondo, la domanda resta una soltanto, scarna, sintetica e spietata: “Ma che razza di vita si è arrivati a condurre?”

Si va dietro a valori o, piuttosto, almeno in parte, a vuoti miti, meticci, disvalori?

E’ un utile aggiornamento ovvero un abbattimento qualitativo dell’agenda del bene e del male?

Dal nero all’azzurro della speranza, sincera gratitudine e autentico rispetto verso i genitori dell’Angelo, per il loro grande dono, ispirato gesto d’altruismo e d’amore che ha del soprannaturale.

di Rocco Boccadamo

Capitanata.it

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