Il crollo della Domus dei Gladiatori di Pompei non è solo un danno gravissimo al patrimonio artistico dell’Italia ma una vergogna per il Paese intero. Il Touring Club Italiano si associa alle parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ribadendo, ancora una volta, la necessità di tutelare e valorizzare quanto abbiamo di più prezioso, la cultura, l’arte e l’ambiente.

“Quanto accaduto a Pompei – commenta Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano – non è un episodio isolato, gli ultimi giorni ci hanno purtroppo consegnato altri chiari e lampanti esempi di mala gestione anche in Liguria, in Veneto e in Calabria, dove le piogge di qualche giorno, non eventi catastrofici, hanno messo in ginocchio intere regioni.

Il nostro, insomma, è un Paese che – storicamente, non solo oggi – non fa manutenzione ordinaria né straordinaria e questo è evidentemente ancora più grave in siti archeologici millenari come Pompei. Il Touring Club Italiano è nato 116 anni fa per far conoscere l’Italia agli italiani, perché cittadini e turisti potessero godere dello straordinario patrimonio culturale, artistico e ambientale che solo un Paese come il nostro sa offrire e da allora si è impegnato attivamente per tutelare e valorizzare questo patrimonio.

Oggi, davanti al crollo di Pompei, ci sentiamo più poveri e sconfitti ma vogliamo, ancora una volta ribadire la nostra disponibilità a collaborare con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero per i Beni Culturali mettendo a disposizione la nostra forza, la nostra professionalità e soprattutto la rete di Volontari per il Patrimonio Culturale che abbiamo attivato in tutta Italia per tenere aperti al pubblico siti artistici e religiosi.

Arrivati a questo punto non basta più conoscere, riflettere, tutelare, si apre una stagione nella quale è necessario ricostruire e noi vogliamo farlo lanciando una proposta a tutte le Associazioni italiane no profit che si occupano di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale: teniamo aperti noi, tutti insieme, gli scavi di Pompei, sottraendoli all’incuria e riconsegnandoli a cittadini e turisti.

La cultura non si mangia – conclude Iseppi – ma è nutrimento per l’anima, non possiamo rinunciarci.”

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