Prosecco vs champagneTreviso. Si è concluso in questi giorni a Bordeaux “VINEXPO 2015 Le salon international du vin et des spiritueux”. Evento internazionale biennale che attrae molti operatori di settore provenienti da ogni angolo del mondo. Come si conviene, la manifestazione è stata densa di appuntamenti e novità ma la “sorpresa” più grande quest’anno è stata riservata al “Consorzio di tutela Prosecco Doc”, sempre fortemente impegnato sul fronte della promozione della propria denominazione ma anche della sua tutela.

Brutta sorpresa – afferma il Presidente Stefano Zanette – infatti, nell’ambito della nostra attività di tutela è stata rilevata la presenza al salone di uno spumante Brasiliano che recava in etichetta la dicitura “Prosecco”. La cosa più grave è che tale produzione ha ottenuto una menzione nell’ambito di un concorso enologico internazionale svoltosi oltralpe. In barba a tutte le regolamentazioni Europee si è così giunti a legittimare la presenza al “Salon” di un vino che usurpava, ai sensi della normativa Comunitaria, i diritti della nostra denominazione”.

E’ subito partita, da parte dell’ufficio legale del Consorzio Prosecco Doc, la richiesta agli organizzatori di rimuovere il prodotto dalla fiera e, contemporaneamente, sono stati allertati l’ICE, presente al Salone, e il Ministero dello Sviluppo Economico che hanno agito prontamente, in accordo con le autorità francesi intervenute per ritirare il prodotto in esposizione e, in difesa della DO Prosecco, a cancellare qualsiasi riferimento inserito nel sito web.

“Devo ammettere con grande soddisfazione – continua Zanette – che abbiamo avuto, come da tempo chiediamo, la percezione di un “sistema paese” capace di dare assistenza alle aziende italiane.”

Dopo il caso del “Prosecco” alla spina nel Regno Unito, contrastato grazie all’intervento del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, si tratta del secondo caso eclatante, nel giro di pochi mesi, di uso scorretto della denominazione Prosecco in ambito comunitario.

ll Vice Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, ha dichiarato in proposito che: “Il Governo è fortemente impegnato a combattere l’Italian Sounding ovunque nel mondo, specie sul continente americano. Col Canada abbiamo risolto l’annoso problema dell’uso abusivo del nome delle nostre DOP grazie all’accordo CETA, ora sia con il TTIP che con le azioni di promozione e di contrasto al fenomeno sul territorio statunitense (finanziate grazie al Piano Straordinario per il Made in Italy) stiamo cercando di risolverlo negli USA. In Centro America lo abbiamo fatto con gli accordi bilaterali raggiunti nel 2013: per quanto riguarda il Sud America e il Brasile sarà necessario un avanzamento, auspicabile ed atteso, del negoziato con il MERCOSUR, che da troppo tempo è fermo”.

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