Nemmeno le perduranti incertezze sul mercato hanno fermato nel 2021 la corsa di Fantini, (già Farnese Vini) che dagli inizi nel 1994, partendo da Ortona in Abruzzo, è poco a poco diventato leader tra le aziende esportatrici del Sud Italia con oltre 28 milioni di bottiglie, grazie a un’attenta politica votata alla più alta ricerca qualitativa e di marketing. L’anno conclusosi da poco ha ribadito – in Italia almeno nei cinque mesi iniziali è a macchia di leopardo e con andamenti diversi in tutto il mondo – tutte le perduranti difficoltà del settore Horeca, che prima dello scoppio della pandemia era il core business di Fantini. Eppure già nel 2020 il gruppo vinicolo tricolore era riuscito ad aggredire con successo il canale off-trade (ossia grande distribuzione e retail), tanto da chiudere con un fatturato in significativa crescita. Il 2021 è andato persino meglio, l’aumento è diventato a due cifre, +11,7% che significa un volume di affari di quasi 91 milioni di euro, si era fermi a meno di 80 milioni nel 2019, prima della “bufera”.
E se qualche nube rimane all’orizzonte – la pandemia, certo; ma ancor più i rincari generalizzati delle materie prime e dell’energia, fenomeno peraltro che sta interessando tutto il settore in tutt’Europa – indulge comunque all’ottimismo Valentino Sciotti, fondatore e ceo di Fantini. Che si dice certo di un 2022 in ulteriore segno positivo (la previsione a bilancio è di 96,35 milioni di fatturato, con una crescita invece più sottile dell’imbottigliato a causa del calo di produzione delle uve) anche grazie a nuovi prodotti che Fantini si prepara a lanciare sul mercato «e nei quali crediamo tantissimo».
Ci sarà, certo, un nuovo rosato, a bissare l’enorme successo del Calalenta, rosé abruzzese da uve Merlot, che tra un lockdown e l’altro è volato tanto da raggiungere la saturazione della capacità produttiva: il suo percorso sarà replicato da Sensuale, la nuova etichetta – elegantissima – che andrà a caratterizzare appunto un rosato, ancora da Merlot, ma siciliano, «siamo certi che il mercato ci premierà». Poi arriveranno nuovi vini bianchi e forti investimenti per rendere ancora più elegante il packaging, «ad esempio introduciamo il tappo in vetro, dalla tenuta eccellente».
Ma soprattutto il 2022 di Fantini sarà all’insegna di Three Dreamers, la nuova ammiraglia del gruppo. Sarà un nuovissimo rosso da uve Montepulciano d’Abruzzo biologiche appassite, «in pratica abbiamo mutuato la tecnica produttiva dell’Amarone». Storia travagliata ma con un happy end già scritto, quella di Three Dreamers: bottiglia vocata a farsi valere nel settore Horeca, doveva essere lanciata sul mercato già oltre due anni fa, opzione poi sconsigliata dal sopraggiungere dei lockdown. Ora è giunto il momento. Nel frattempo, è stata degustata in anteprima da molti esperti, «l’hanno trovata semplicemente eccellente», sarà infatti l’etichetta di punta del gruppo, il fiore all’occhiello. D’altra parte, deriva da un sogno…
Già, perché Three Dreamers è la storia stessa di Fantini. I tre sognatori in questione sono Valentino Sciotti, Filippo Baccalaro e Camillo De Iuliis, i tre soci (De Iuliis si è spento nel 2012) che oltre 27 anni fa hanno concepito l’inconcepibile, sognato quello che poteva apparire solo come un miraggio: ossia diventare produttori di vini di qualità, basandosi sul Sud Italia «e pur non avendo nessuno dei presupposti che si considerano solitamente indispensabili per un’impresa come questa», a iniziare dai terreni (Fantini nasce aggregando a sé, in una sorta di “federazione”, tanti piccolissimi produttori che rimangono proprietari dei loro filari, selezionati in aree vocate ma non sufficientemente valorizzate, e scegliendo i loro migliori vigneti, quelli più vecchi. Fornendo infine a questi “custodi dei territori” il miglior supporto tecnico ed enologico).


Three Dreamers by Fantini dunque come vino d’eccellenza e come celebrazione di una straordinaria impresa italiana. Già la prima produzione che raggiungerà il mercato –vendemmia 2020 – prevede una bottiglia iconica, dal design completamente nuovo; l’etichetta riproduce una sorta di portale, con la toppa per la chiave; quest’ultima tintinna appesa al collarino, come dire evocativamente: “Usami per aprire la serratura ed entrare in questo sogno, il nostro sogno”. Spiega Sciotti: «Per noi questa è un’altra sfida. Abbiamo raggiunto risultati incredibili in questi anni. Non ci fermiamo. Three Dreamers sarà la massima espressione della nostra enologia».

Aiuterà non poco il gruppo a superare certi ostacoli che interesseranno la vinicoltura italiana: «Il 2021 è stato un anno difficile ma che alla fine è per noi andato molto bene, dobbiamo essere davvero soddisfatti. Ora non nascondo una ragionevole preoccupazione per l’aumento spropositato e generalizzato dei costi dei materiali secchi e dell’energia, e per il calo produttivo che le uve hanno registrato nel 2021, con l’effetto moltiplicatore sui prezzi stessi. La pandemia poi ancora morde e genera limitazioni che non ci consentono di operare come vorremmo per la promozione sui mercati esteri. Eppure credo di poter essere ottimista: ci sono tutti i presupposti perché Fantini continui la propria crescita».